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mercoledì 11 ottobre 2017

di Enrico Melasecche
consigliere comunale "I Love Terni"

È vero che al peggio non c’e fine. Leggere alcune delibere e determine dirigenziali di questa strana macchina comunale obbliga a porsi alcune domande. 

La vicenda della Casa delle Musiche rappresenta a Terni ormai l’emblema, insieme a molte altre situazioni assurde, di una inefficienza fuori controllo, accettata e spesso spalleggiata da questa  classe politica (talvolta anche sindacale, politicizzata come la prima) per ragioni di fedeltà, di contiguità, di tessere o peggio ancora familistiche. 

Grazie alla cultura della irresponsabilità che alberga nella dirigenza  della sinistra ternana e spesso umbra, i politici coprono i dirigenti, i dirigenti coprono i politici e tutti a braccetto tirano a campare mentre la gente comune assiste attonita a questo spettacolo indecente. 
Fatte sempre le dovute eccezioni. 

La cosa che fa male è  leggere le determine, come quella dello scorso 29 settembre, con cui il settore Urbanistica si autoliquida gli incentivi sulle spese aggiuntive della “Casa delle Musiche” inaugurata più e più volte in varie campagne elettorali ma ad oggi, a distanza di ben 13 anni, tempo immemorabile, non ancora aperta alla citta. 

Gli incentivi sono previsti da una legge dello Stato per la progettazione interna e la esecuzione di opere pubbliche, recepiti ed estesi da una delibera di giunta comunale del 2001 per spingere i non pochi dipendenti architetti, ingegneri, geometri, periti industriali, geologi, ecc, ad impegnarsi su progetti, direzione lavori, collaudi e sicurezza risparmiando così il Comune sulle parcelle di professionisti esterni. 
Lo spirito della norma è chiaro e condivisibile. Quando le situazioni che si determinano sono viceversa indecorose e i danni prodotti elevati,  economici oltre che di immagine, è troppo chiedersi se debba prevalere l’interesse personale ad una retribuzione aggiuntiva, ad una posizione organizzativa, ad un premio di risultato rispetto all’etica della res publica? 

Soprattutto in questa fase storica in cui la crisi stringe da vicino famiglie ed imprese, la disoccupazione è elevata e molti, troppo giovani sono costretti ad emigrare non per scelta professionale ma per necessità? 

Basta quindi con gli  incentivi in situazioni paradossali, come non si può continuare ad elargire indennità di risultato quando tocchiamo con mano inefficienze, debiti fuori bilancio, ritardi vergognosi, mancati controlli come è avvenuto nel caso del Briccialdi o, come nel caso del Parcheggio di Corso del Popolo, una sorta di Pozzo di S. Patrizio,  in cui il neo assessore ai LLPP/Urbanistica prova ad illudere chi gli crede che la Corso del Popolo Spa si farà carico dei 15/18 milioni di buco di minori introiti senza reclamare in giudizio la requisizione della proprietà del parcheggio comunale. 

Ho sempre difeso la serietà di chi fa politica, quando c’è, e la professionalità che ritengo debba essere giustamente retribuita, ma, per la stessa ragione, non posso accettare che vengano elargiti riconoscimenti economici o di carriera, indennità di risultato quando i risultati non ci sono o quando sono così tardivi tanto da procurare un danno alla città. 

Solo la cultura della legalità e del merito può far risorgere Terni, nella politica e nella indispensabile riorganizzazione della macchina comunale. 

Presento un atto di indirizzo affinché vengano recuperati, ove possibile,  gli incentivi erogati con faciloneria e per il futuro tutte le indennità di risultato vengano liquidate solo e soltanto quando ci siamo realmente risultati concreti e misurabili con criteri obiettivi. 

Piuttosto deve costituire motivo di merito, valutato sempre da organi non politici, a tutti i gradi, l’ottenimento di finanziamenti tramite bandi, la conclusione dei lavori in anticipo rispetto ai tempi medi previsti, le proposte o la partecipazione a gruppi di lavoro che producono eliminazione di sprechi, snellimenti burocratici reali o altre situazioni in cui l’impegno e le capacità manageriali sono indiscutibili. 

Il Personale dell’Ente ha un valore inestimabile e, come in una qualsiasi impresa privata va rispettato gestendolo correttamente, non blandito con incentivi a pioggia che piallano verso il basso le idee e le intelligenze, nella chiarezza dei ruoli ma nel rispetto soprattutto dei cittadini che hanno il diritto sacrosanto ad essere amministrati con coscienza, dinamicità e risultati tangibili. 



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