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mercoledì 8 novembre 2017


Da venerdì 10 a domenica 12 novembre, la makeathon creativa si svolgerà contemporaneamente in 2 continenti, 8 nazioni e 12 città: da Belo Horizonte in Brasile a Città del Messico, sino a Bruxelles, passando per Spagna, Francia, Svizzera e Austria. È un evento collaborativo di respiro mondiale, impostato sulle connessioni culturali: accade nello stesso weekend in svariati luoghi e prevede 3 giorni di lavoro intellettuale e manuale di professionisti, sempre di squadra, per sviluppare proposte innovative e creare prototipi, da sottoporre al pubblico.

Sono tre i musei che daranno vita alla seconda edizione di Museomix: l’Archeologico presso il CAOS - Centro Arti Opificio Siri - di Terni, il Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, il Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino.


Museomix torna per il secondo anno a Terni e trova casa ideale al CAOS centro arti opificio siri, un centro culturale dedicato alla fruizione delle arti e alla produzione creativa nato dalla riconversione dell’ex fabbrica chimica SIRI. CAOS compone di un’area complessiva di 5600 mq articolati in una pluralità di spazi che comprendono il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice e il Museo Archeologico di Terni. Remixare L’Archeologico significa dar vita a una turbina del tempo, il museo diviene uno spazio energetico in cui mescolare ere diverse, microstoria e macro eventi mettendo gli spazi museali in relazione con gli spazi della città, giocando con le nuove tecnologie e le innovazioni digitali che permettono di colmare i vuoti, evocare il passato e soprattutto stimolare l’immaginazione di ciò che sarà. Questa mission si inscrive in modo emblematico e significativo in un’azione di recupero e valorizzazione della storia e del nostro patrimonio che proseguirà nel 2018, anno europeo del patrimonio culturale.
A Ferrara Museomix torna dopo una prima, entusiasmante edizione: Protagonista sarà il Museo civico di Storia Naturale: situato nella zona modernista della città – di nome e di fatto – oltre a esporre migliaia di reperti, si concentra sulla ricerca nelle oasi naturali del territorio.
A Montelupo Fiorentino, il Museo della Ceramica si prepara a unire e mixare le sue tre anime: Museo Archivio e Biblioteca. 
Museomix è un laboratorio multidisciplinare fuori dagli schemi e una comunità internazionale, che prende casa negli spazi che trasforma. A due anni dalla sua nascita, la community riunisce gruppi creativi in Emilia-Romagna, Umbria e Toscana, riunendo gruppi di innovatori e creativi e diffondendosi da nord a sud tra amministrazioni virtuose, semplici sognatori, istituzioni lungimiranti e imprenditori pionieri.

«I fondatori di Museomix Italia hanno riunito una bella comunità aperta e attiva – afferma Juliette Giraud, ideatrice del format – sapendo interagire con le altre community di Museomix nel mondo. Hanno inoltre contribuito a valorizzare quel Bene Comune che noi tutti costituiamo nel nostro insieme e a unire i diversi know-how e le diverse esperienze, aldilà della complessità degli scambi e delle differenze culturali. Che Museomix possa svegliare gli spiriti e stimolare le idee per inventare, in Italia, il museo di domani: innovativo, aperto e partecipativo». Le idee non subiscono confini geografici né preconcetti; perciò comunicatori, designer, maker, programmatori informatici, esperti delle collezioni e mediatori culturali - selezionati attraverso una call internazionale - condivideranno un progetto dentro un museo che diventerà un’officina dove si inventano e realizzano strumenti innovativi di mediazione, utili a migliorare la fruizione e coinvolgere nuovi pubblici.

COME FUNZIONA 
Dopo un’approfondita visita al museo e la spiegazione dei terreni di gioco (suggestioni, personaggi e scenari individuati dagli organizzatori dopo un attento esame delle collezioni e del contesto) i cosiddetti ‘museomixer’, si radunano in équipe, ognuna composta da 6 persone con 6 diverse professionalità. Il primo giorno sarà dedicato allo sviluppo del concept, con lo scopo di avere un progetto da sviluppare concretamente. Conclusa la fase di design, nel secondo e nella prima parte del terzo giorno le équipe sono interamente concentrate nella produzione del prototipo: tra chi materialmente costruirà l’oggetto elaborato, servendosi del fablab, del laboratorio di bricolage e del magazzino tecnologico, detto ‘techshop’ (installati per l’occasione all’interno del museo) e chi dovrà elaborarne il racconto e il brand o svilupparne la parte elettronica/software. Tutta la macchina organizzativa si attiva per arrivare a installare i prototipi e accogliere il pubblico, chiamato a sperimentarli, l’ultimo giorno, domenica 12 novembre, dalle 16, durante il quale i musei saranno a ingresso gratuito.


GLI OBIETTIVI

Il più concreto ed evidente è quello di dotare il museo di nuovi strumenti tecnologici o percorsi di visita creativi e animati che ne possano migliorare la fruibilità. Nelle edizioni passate si sono sviluppati prototipi che sfruttavano, tra le altre cose, realtà aumentata, ologrammi, riproduzioni audio-video, piattaforme Arduino ma anche la recitazione di attori e l’esperienza di visitatori non vedenti. Il fine della tre giorni è rendere sempre più interattive a accessibili le collezioni. Ma, un museo che decide di farsi “remixare”, mira anche a un risultato a più lungo termine: sperimentare un nuovo modo di vivere spazi e collezioni, aprirsi al confronto con nuovi ambiti professionali.


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