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martedì 28 novembre 2017


"Quelli li'", cosi' sono stati definiti da Pochesci i tifosi del Perugia, mancanza di savoir-faire. 
La condanna agli "sciacalli", che hanno mortificato il nostro concittadino è unanime, e dalla società di Santopadre ci saremmo aspettati una presa di posizione forte e decisa. 

Che dire sul derby dopo due giorni, niente contraddittorio, è la scelta personale di Pochesci di parlare solo con Sky e con Radio Unicusano, un tesserato dovrebbe uniformarsi alle regole sportive e la società dovrebbe obbligarlo a seguirle. 

Il silenzio stampa in qualsiasi società non lo decide l'allenatore e in ogni caso vale per tutti gli organi d'informazione, non solo per quelli che danno meno visibilità. Coerenza.

E arrivo al punto, mister Pochesci fino ad ora ci ha deliziato di un calcio che forse a Terni non vedevamo da tempo, ma se il Perugia per novanta minuti non ha impensierito la difesa rossoverde, perchè abbiamo subito con un uomo in più negli ultimi quindici minuti, un errore ci deve essere stato?

I risultati a volte possono contare più del bel gioco, il coraggio rivendicato non si può dissolvere con un timore reverenziale finale verso una squadra non trascendentale e imbarazzante fino a quel momento. 
Era la partita della vita, come più volte sbandierato, era un'occasione unica sotto tutti i punti di vista e speriamo che non sia l'ultima. E' giusto tacere in alcuni casi, i personaggi senza i risultati non hanno memoria lunga.

L'istrione Pochesci, simpatico e ruspante dovrà cominciare ad attenersi alle regole, contare fino a dieci prima di parlare e capire che Terni non è Fondi, con tutto il rispetto per Fondi.
Siamo abituati ad essere i parenti poveri di Perugia, ma diventare un paesello barzelletta più di quello che siamo, onestamente ne farei a meno.

Sull'organizzazione del derby ci sarebbe molto da dire, già è stato fatto da molti, vogliamo solo credere che l'inesperienza abbia giocato un brutto scherzo. 
L'unico consiglio che vorrei esprimere, circostanziato, è di essere meno provinciali, a Perugia alcuni personaggi avrebbero meno considerazione che a Terni. 

La nostra sudditanza, purtroppo, si nota anche in queste occasioni. Cambiano le società, ma i vecchi difetti rimangono inalterati.

Non resta che pensare al calcio giocato, mancano cinque gare al giro di boa con tre turni in trasferta e due in casa, non facciamo pronostici, ma per non vivere un girone di ritorno come l'anno scorso bisognerebbe fare più punti possibile. Sperare in un secondo miracolo sarebbe rischioso. E quest'anno squadre in default non ci sono.

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