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venerdì 3 novembre 2017

di Enrico Melasecche- consigliere "I Love Terni"

Siamo ormai al redde rationem. 

Chi pensava che amministrare una città come Terni in assenza di una cultura di governo potesse essere compito banale si sbagliava di grosso. 

Alla lunga l’ignoranza ma soprattutto il cinismo e la prepotenza si pagano. Ed ecco che le spasmodiche manovre finanziarie congegnate nell’unico, egoistico tentativo di salvarsi la ghirba, non sono più bastate. Dopo la bocciatura severa del piano di rientro dal dissesto da parte della Corte dei Conti dell’Umbria, il cui verdetto ben difficilmente potrà essere stravolto dalle Sezioni Riunite di fronte alle quali pende l’appello, la situazione si è andata deteriorando.

È convinzione e generale che il quadro sia irrecuperabile. Semplicemente perché obiettivamente il piano congegnato con malizia e fin troppa temerarietà da Piacenti D’Ubaldi è inattendibile sia per le cifre esposte che per le scadenze. Le circonvoluzioni finanziarie tentate in questi anni, a cominciare dalle tre grandi manovre di rinvio del debito al futuro, a costi pari al triplo di quelli correnti sul mercato, hanno consentito di fare cassa per 1,7 milioni bruciati in un baleno, aumentando sia il capitale da rimborsare che gli interessi. 

La situazione incancrenita oltre misura è sintetizzata dalla perdita che si legge nel bilancio consolidato 2016 approvato una mese fa, circa 60.000.000 di euro, nuovi debiti che si aggiungono alla massa debitoria già esistente. Il dissesto economico è già in atto e mi spiace che alcune narrazioni di parte non dicano la verità, tutta la verità. 

La dichiarazione formale di dissesto, in caso di bocciatura, costituisce solo un dettaglio procedurale che porterà a dover cominciare a pagare oggi, nel momento peggiore, ciò che comunque dovremo pagare più in là, cioè la massa di debiti ordinari e straordinari esistenti. 


Di Girolamo in questi quasi nove anni non è stato minimamente all’altezza del compito. Esordì nel 2009 difendendo ciecamente l’eredità Raffaelli e dichiarando l’assoluta continuità con il suo predecessore, sordo a tutte le osservazioni che arrivavano. Si è poi messo nelle mani di Piacenti D’Ubaldi che ha fatto tutto ed il contrario. Nei primi due bilanci 2014 e 2015 da lui firmati ha continuato a nascondere tutto, fino a quando, anche grazie all’azione durissima di una parte dell’opposizione si è giunti al 2016, l’anno della verità in cui è stato costretto prima a gennaio a riconoscere il buco di 54 milioni, poi a dicembre un ulteriore  disavanzo di 3,5 milioni. Infine nel 2017 grazie anche qui al fiato sul collo di alcuni consiglieri .....l’ammissione della trappola dei debiti fuori bilancio. 

Ma l’errore politico gravissimo è stato quello di non aver accettato due anni fa la proposta di riorganizzare “una giunta di salute pubblica” che, nella più assoluta trasparenza, mandando a casa assessori inconcludenti ed immettendo alcuni manager di provata capacità ed esperienza avrebbe, con un bagno di umiltà, potuto salvare la consiliatura e forse la faccia. Certo hanno fatto il resto le vicende giudiziarie locali, mentre a Roma montava mafia capitale, evidenziando legami strettissimi con ambienti vivono da sempre dei debiti del bilancio comunale. 

Credibilità scesa a zero, imbarazzi sempre più evidenti anche in vari consiglieri di maggioranza a cominciare dal capogruppo. Ciò che disturba è soprattutto la chiusura a riccio, senza percepire neanche il ridicolo di chi continua a ripetere che la città è viva, “negazionismo sul degrado generale”, che i tumori dovuti all’inquinamento “sono cazzate”, “negazionismo ambientale”, infine che i conti sono in ordine “negazionismo economico-finanziario”

La misura è colma e credo che se il sindaco continua con queste sciocchezze, se pensa che andare a raccogliere i rifiuti a Piediluco per far vedere che risolve in questo modo il caos generalizzato della sporcizia significa che ha perduto anche quel minimo di lucidità necessario in queste situazioni. I ternani in fondo sono brava gente ma non è possibile continuare a raccontar loro bugie. Ricorrere al “fondo di rotazione”, ripeto, farà cadere la maschera, quella del buon medico di famiglia dietro cui si è  trincerato in questi anni, obbligherà famiglie ed imprese a pagare subito,  fra imposte, tasse e tariffe, migliaia di euro di debiti fatti impropriamente, allora si renderanno conto meglio della situazione. Saranno allora guai. 

Già questa mattina la CGIL e la CISL in assemblea, rotti gli argini, hanno deciso di adire le vie legali per obbligare il sindaco a riconoscere altre somme non erogate nel corso degli anni..... e i debiti fuori bilancio continuano a crescere come panna montata. Fino a quando? 

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