Si chiude tra pochi minuti una campagna elettorale sui generis, sempre piena di big nazionali e con meno pubblicità delle ultime elezioni.
Sobrietà da parte dei candidati al consiglio comunale, punte di diamante di ogni lista sempre pronti ad imporre le proprie ragioni e i motivi per sceglierli e professionisti più o meno noti convinti che inserire il proprio nome sia una formalità. Una Terni defenestrata e completamente abbandonata si è trovata a tornare al voto per responsabilità altrui, condannata al commissariamento e all'austerity per un'intera consiliatura e di sicuro non sprovveduta difronte alla situazione attuale.
Terni è da rifondare e da rigenerare in tutti suoi aspetti, dalla manutenzione delle strade, dagli appalti delle forniture fino al lavoro, ridotto al minimo storico.
E' Terni al voto, triste e con otto candidati sindaci e migliaia di candidati consiglieri pronti a chiedere una preferenza e un mandato epocale. Sia il centrodestra che il M5S partono favoriti per tanti motivi, rispettivamente per il trend nazionale della Lega e per le responsabilità delle amministrazioni precedenti e come movimento governante di rottura e di forte opposizione nella precedente consiliatura.
Due modelli di governo nazionale pronti a darsi battaglia per la guida della città.
Il Pd è sicuramente lontano dalla contesa ma non battuto, la tradizione e il radicamento invitano a non considerare mai perdente un establishment di uomini e di partito che hanno sempre detto la loro in ogni tornata elettorale. Il populismo imperante si contrappone a scelte misurate e di conservazione del proprio status.
Nessun candidato sindaco prima dell'esito popolare può considerarsi sconfitto mentre una griglia di partenza ipotetica ed indicativa dagli amanti della politica è sempre auspicabile.
Le sorprese sono sempre dietro l'angolo e in questa contesa gli outsider non mancheranno di certo. Potere al Popolo dopo il successo delle Politiche è pronto a confrontarsi con le amministrative, Casa Pound sempre in ascesa negli ultimi anni è pronta a confermarsi e magari salire a palazzo Spada, Gentiletti dal laboratorio di Terni Valley è pronto a raccogliere i frutti del suo lavoro, il comunista De Persio vorrebbe far rivivere la sinistra estrema e merita una chance mentre "Prima Terni" di Andrea Rosati potrebbe raccogliere più del previsto, sia consentendo al candidato sindaco di sedersi tra i banchi del futuro Consiglio comunale e magari anche più.
Un'elezione sicuramente meno facile del previsto e il 24 giugno quasi sicuramente dovremo essere pronti a recarci nuovamente alle urne.
Sobrietà da parte dei candidati al consiglio comunale, punte di diamante di ogni lista sempre pronti ad imporre le proprie ragioni e i motivi per sceglierli e professionisti più o meno noti convinti che inserire il proprio nome sia una formalità. Una Terni defenestrata e completamente abbandonata si è trovata a tornare al voto per responsabilità altrui, condannata al commissariamento e all'austerity per un'intera consiliatura e di sicuro non sprovveduta difronte alla situazione attuale.
Terni è da rifondare e da rigenerare in tutti suoi aspetti, dalla manutenzione delle strade, dagli appalti delle forniture fino al lavoro, ridotto al minimo storico.
E' Terni al voto, triste e con otto candidati sindaci e migliaia di candidati consiglieri pronti a chiedere una preferenza e un mandato epocale. Sia il centrodestra che il M5S partono favoriti per tanti motivi, rispettivamente per il trend nazionale della Lega e per le responsabilità delle amministrazioni precedenti e come movimento governante di rottura e di forte opposizione nella precedente consiliatura.
Due modelli di governo nazionale pronti a darsi battaglia per la guida della città.
Il Pd è sicuramente lontano dalla contesa ma non battuto, la tradizione e il radicamento invitano a non considerare mai perdente un establishment di uomini e di partito che hanno sempre detto la loro in ogni tornata elettorale. Il populismo imperante si contrappone a scelte misurate e di conservazione del proprio status.
Nessun candidato sindaco prima dell'esito popolare può considerarsi sconfitto mentre una griglia di partenza ipotetica ed indicativa dagli amanti della politica è sempre auspicabile.
Le sorprese sono sempre dietro l'angolo e in questa contesa gli outsider non mancheranno di certo. Potere al Popolo dopo il successo delle Politiche è pronto a confrontarsi con le amministrative, Casa Pound sempre in ascesa negli ultimi anni è pronta a confermarsi e magari salire a palazzo Spada, Gentiletti dal laboratorio di Terni Valley è pronto a raccogliere i frutti del suo lavoro, il comunista De Persio vorrebbe far rivivere la sinistra estrema e merita una chance mentre "Prima Terni" di Andrea Rosati potrebbe raccogliere più del previsto, sia consentendo al candidato sindaco di sedersi tra i banchi del futuro Consiglio comunale e magari anche più.
Un'elezione sicuramente meno facile del previsto e il 24 giugno quasi sicuramente dovremo essere pronti a recarci nuovamente alle urne.
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