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mercoledì 20 giugno 2018

di Enrico Melasecche- consigliere comunale Lega

Che la campagna elettorale prima o poi prendesse una piega pericolosa era nellaria. I risultati del primo turno sono stati di una chiarezza indiscutibile ed hanno troncato di netto i sogni nel cassetto di Thomas De Luca di diventare sindaco di Terni. 
La cosa spiacevole per la città tutta, a prescindere dalle appartenenze, è però questa follia di voler avvelenare i pozzi di tutta la città, quelli del rispetto, quelli della onestà e della professionalità, quello della passione civile e politica di chi ha speso una esistenza al servizio della città con una gratuita e generalizzata maldicenza che qualifica chi la utilizza. 
È purtroppo una questione culturale perché non basta nascondere leskimo nel cassetto per ambire ad essere primo cittadino. 
Ho taciuto da giorni nonostante fossi stato tacciato, nominativamente, di voler svendere lASM, attribuendomi una volontà contraria a quella da me manifestata in più occasioni parlando sempre di fortificarla e di rilanciarla sul mercato per creare nuova ricchezza e nuova occupazione. 
Ho taciuto quando ho avuto il piacere di sentirmi di nuovo nominato da De Luca, con una cattiveria inusitata, nella trasmissione di RAI 3 regionale, come rappresentante della vecchia politica, di foschi affarismi, quando sanno bene tutti e cinque i consiglieri comunali uscenti del M5S la passione autentica che ho messo nel far emergere le malefatte delle giunte di sinistra addirittura redigendo spesso il sottoscritto le conclusioni politiche di documenti ufficiali in cui loro avevano paura di scrivere la verità, verità  che emergeva dalle indagini della IV commissione. 
Adesso mi sento tacciato di essere un capo bastone” dopo venti anni di onoratissimo servizio di reale, trasparente opposizione nonostante non abbia un solo voto clientelare nè di partito ma solo ed esclusivamente di libera, liberissima opinione. 
Questo offende non me, abituato ad attacchi ed intimidazioni, querele, lettere anonime e coltellate alle spalle, fake news e troll vari che vigliaccamente, non potendo attaccarmi de visu, tramano dalle tastiere nella penombra ma i 1015 elettori che mi hanno dato fiducia e che ho il dovere di difendere. 
Questo crescendo ossessivo porta poi sui social ad una gazzarra indegna, distruttiva, che al di là di situazioni incontestabili, demonizza chiunque non si uniformi al pensiero unico del movimento-partito, finanche ad augurare la morte da parte di un ex consigliere comunale dei Comunisti Italiani, sponsor dei pentastellati, a Leonardo Latini, marito e padre da poco tempo creando preoccupazioni familiari di cui sono personale testimone. Tutto questo deve finire. 
Proprio per questo, piaccia o no al masaniello di Macenano, la figura di Leonardo Latini svetta al suo confronto, perché, al di là della ben diversa preparazione di base e professionale, nonostante le cattiverie che gli ha rifilato, non ha mai reagito, dimostrando una signorilità daltri tempi. Onore al merito. Perché la battaglia politica è giusto che sia anche dura, quando la posta in gioco è alta, ma non può mai trascendere nella maldicenza gratuita e generalizzata. Se ci sono fatti si dicano, si facciano nomi e cognomi, ma gettare fango su tutti quando ancora si è in campagna elettorale e non si è neanche insediato il consiglio comunale è inaccettabile. 
La cosa che mi amareggia più di tutte è la mancanza di rispetto per le persone per bene, tutto in funzione di una personalissima ambizione.
Non credo pertanto sia adatto a fare il sindaco, ne oggi nè mai, perché chiunque ambisce a tale carica deve dimostrare una onestà intellettuale che difficilmente si acquista nel tempo se non la si ha. 
Daltronde visto che il regolamento del M5S impedisce ai suoi iscritti di fare più di due mandati non avremo neanche il pericolo che possa candidarsi fra cinque anni dopo un altro quinquennio di gavetta, di ulteriore esperienza politica ed umana quanto mai utile. 
Nè le larvate minacce di una opposizione distruttiva preoccupano minimamente il sottoscritto perché quando si è a posto con la propria coscienza, quando lunico obiettivo ampiamente dimostrato è quello del bene comune, quando si sono prodotti per la città risultati difficilmente eguagliabili in termini qualitativi e quantitativi nessun fomentatore può illudersi di spaventarmi. Anche perché i ternani sapranno ben distinguere chi vuole il bene della città, chi costruisce e chi demolisce, in una cultura da decrescita feliceche non mi appartiene e che porterebbe Terni direttamente allauto consunzione. 

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