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giovedì 13 dicembre 2018

“Vogliamo smantellare il racket che si nasconde dietro parcheggiatori abusivi e accattoni molesti e allo stesso tempo garantire legalità e sicurezza ai cittadini, chi sostiene il contrario o non capisce la gravità della situazione o sta strumentalizzando la nostra azione politica”. Con queste parole, il consigliere comunale e regionale della Lega, Emanuele Fiorini, promotore dell’ordinanza anti accattonaggio emanata di recente dal sindaco Leonardo Latini, risponde alle accuse rivolte al documento.

“Una città che vota Lega è una città che chiede misure decise per contrastare il degrado e l’illegalità – dice Fiorini – voglio spiegare a chi ci attacca che l’ordinanza non punisce i poveri, gli ultimi o i bisognosi, persone verso le quali il Comune di Terni e il tessuto associativo e del volontariato cittadino riservano sempre grande attenzione, ma vuole colpire il racket che si nasconde dietro a parcheggiatori abusivi e accattoni molesti. Basta grattare la superficie per rendersi conto di alcuni particolari molto importanti, come, ad esempio, il fatto che gli stranieri all’esterno di bar o supermercati sono sempre gli stessi e che arrivano e se ne vanno sempre agli stessi orari, quasi ad eseguire un “orario lavorativo” ben preciso imposto da qualcuno. Stesso discorso per i parcheggiatori abusivi che a volte minacciano, inseguono, molestano verbalmente i cittadini e che, a fine giornata, si recano negli esercizi commerciali per cambiare oltre 70-80 euro in monete.
Tutto questo, a noi, non sembra normale. A qualcun altro, evidentemente, sì. L’ordinanza non piace agli ambienti di sinistra che finora hanno sempre tenuto un atteggiamento superficiale sul tema della sicurezza, troppo permissivo con le cooperative e indifferente di fronte al diffondersi dell’immigrazione irregolare sul territorio e non piace alla Cgil che attacca senza criterio un provvedimento, come quello contro l’accattonaggio, stravolgendone completamente il senso. La Lega è dalla parte della legalità e del decoro e mai potremo tollerare l’esistenza di un racket che sfrutta i più deboli, i poveri, quelle classi sociali che qualcuno, facendo finta di difendere, in realtà, penalizza. Un suggerimento ai cittadini che pensano di aiutare queste persone: offritegli del cibo, non del denaro. Chi è sfruttato dal racket, pur dichiarando di avere fame, accetta solo denaro”.

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