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sabato 19 luglio 2025

di Andrea Liberati - presidente Italia Nostra 'Terni'

"Individuare un sito idoneo per accogliere il nucleare". Ma dove? A Terni?

Eppure sarebbe questo il nuovo obiettivo ufficiale e formalizzato dal Comune diretto dal sindaco Stefano Bandecchi. E' bene sapere che, al di là del noto esito referendario del 2011, una centrale atomica a Terni fu già esclusa dai Piani energetici dello Stato di 45 anni fa, così come da studi nazionali più recenti, sia per densità abitativa che per sismicità dell'area. Se poi fosse pure astrattamente possibile, concretamente sarebbe assurdo, dopo la mortifera megadiscarica di scorie siderurgiche, magari poi con un altro immondezzaio apocalittico di scorie atomiche, come se non bastassero già l'inquinamento incontrollato delle Acciaierie, il cromo esavalente e il resto, i due inceneritori, etc. 'Italia Nostra' ha verificato come nel programma elettorale dell'attuale sindaco di Terni non ci fosse niente del genere: d'altronde, se avesse messo per iscritto che intendeva realizzare nella Conca un impianto atomico, per quanto dichiaratamente 'mini' (?), questi non sarebbe stato eletto. E il 94% dei connazionali si è già espresso contro piani nucleari in Italia. Invece, nel programma elettorale di Bandecchi, così come nelle mozioni votate a Palazzo Spada, sull'energia c'era qualcosa di più praticabile e condivisibile: riprendersi le centrali di Galleto-Marmore per abbassare/azzerare le bollette elettriche, sul modello della Basilicata, con la costituzione di una società idroelettrica comunale, vista la fine ormai imminente della ricchissima concessione pubblica in mano a ENEL (che scade il 31 marzo 2029). Invece, su questo, dal Comune non emergono novità, pur essendo trascorsi oltre due anni dall'elezione del sindaco ed essendo passato oltre un anno dalla 'relazione Borseti' su Piediluco (rapporto tecnico secondo cui il dissesto idrogeologico di Piediluco è provocato massimamente dai concessionari idroelettrici, come 'Italia Nostra' ripete da 10 anni). Una sola cosa è accaduta: Palazzo Spada e la Regione Umbria si sono scapicollati nel promettere energia idroelettrica quasi gratis ad ARVEDI, peraltro in contrasto con le normative europee sugli Aiuti di Stato (leggasi l'Accordo di Programma dell'11 giugno 2025). Ma quanto alle bollette della gente comune, dall'anziana signora sola alla famiglia numerosa, nessuna novità. Non esistono motivi razionali per passare all'impossibile energia atomica, se puoi fare subito altro: attiviamo pertanto la necessaria società idroelettrica comunale, magari in collaborazione con i municipi dell'asta fluviale Nera-Velino, nonché con la Provincia stessa. Un'iniziativa simile da parte degli Enti Locali sarebbe anche un modo per combattere coi fatti quel centralismo regionale che il prof. Giuseppe Croce denuncia come patologia del sistema istituzionale umbro, male che affligge Terni da sempre. Con la costituzione della società idroelettrica comunale e la partecipazione di altri Enti locali, si potrà incidere davvero anche nel rapporto con la Regione, esigendo maggiori canoni, riscrivendo insieme le regole e i bandi, arrivando nei prossimi anni ad abbassare davvero le bollette di tutti. Magari non solo quelle di Arvedi.


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