Da un pò di mesi al S.Maria di Terni si respira un clima di veleni.
Il personale non medico (infermieristico, ausiliari, ostetrici e oss) è tutto in agitazione, stanco, stressato, scontento e sconfortato e nessuno prende le loro difese. Si proprio nessuno.
La denuncia del malessere diffuso ci arriva direttamente da un operatore dell'ospedale.
Per dirla come Aristide Gabelli:
"nei piccoli paesi la gente perde la metà del suo tempo a spiare le cose degli altri e l'altra metà a riferire quello che ha scoperto o inventato" (Pensieri 1886).
Soltanto che l'ospedale non è un piccolo paese.
Ci sono gole profonde che per rimanere attaccate alle loro poltrone invece che parlare di corretta e dignitosa assistenza, di innovazioni, del numero di personale necessario nei vari reparti e migliorare il clima organizzativo nei vari dipartimenti, utilizzano la loro "finta saggezza" ed esperienza di lavoro in ospedale per colpire gli antagonisti e/o i nemici storici ricorrendo anche a illazioni sulla vita privata delle persone.
Fino a quanto si potrà andare avanti e sopportare, si chiedono i lavoratori onesti che assistono i malati?
Fino a quando durerà che per far carriera si continua a fare la spia e i pettegolezzi?
Chi è responsabile del personale si svegli dal torpore del potere e si guardi dai suoi "fidi scudieri" altrimenti affonderà come il Titanic.
Non ci sono reparti di serie A, di serie B e di serie C.
I sindacalisti svolgessero il loro ruolo onestamente e non pensassero solo al proprio rendiconto e dei loro iscritti.
Lungo i corridoi si vocifera che fra i sindacalisti ci sono personaggi che dietro le quinte tirano le fila "del teatrino dei pupi" a scapito di chi sindacato lo fa onestamente.
E' inutile rifare le facciate del S.Maria se poi dentro c'è un inferno, un clima pesante e non esiste più il "gruppo".
I dipendenti hanno capito che ora non si può parlare, ognuno teme che l'altro faccia la spia.
La spia è sempre in allerta, non lavora....... ma vigila.
Sarà ora di cambiare il personale, è stanco e questa stanchezza è percepita dall'utenza.
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