È ormai una bomba innescata pronta ad esplodere la Casa Circondariale di Terni, dove nonostante le numerose segnalazioni, resta assordante il silenzio assurdo di un’Amministrazione sempre più lontana dalle criticità degli Istituti Umbri. Con queste parole il Sappe, Sippe-Sinappe e la Cisl esprimono il loro dissenso nei confronti del Dap e del Prap Toscana-Umbria ormai prossimo allo scioglimento dopo la nefasta gestione. Proseguono «E’ inutile ribadire quanto sia in sofferenza il Personale di Polizia Penitenziaria, con una carenza di organico che sfiora le 50 unità. E’ inutile continuare ad inviare segnalazioni delle criticità ai nostri Superiori Uffici, visto che le nostre grida di allarme sono ignorate da anni. E’ inutile ricordare lo sfollamento promesso quando i detenuti erano circa 500, siamo arrivati a 575. Assegnazioni scellerate da un Provveditorato Regionale Toscana e Umbria al quale poco, anzi niente è importato degli Istituti Umbri, ancor meno ora che il Provveditorato tornerà in Umbria. Un Dipartimento che ha assecondato e rincarato la dose, assegnando detenuti oltre i posti disponibili. Dei 575 detenuti presenti, appartenenti a tutti i circuiti, AS2, AS3, media sicurezza, protetti e 41 bis, sono ormai circa 90 i detenuti ospitati dal carcere di Sabbione arrivati nell’istituto per “ordine e sicurezza”, per non contare i soggetto “psichiatrici”. Non ultima un’assegnazione di un detenuto AS2, nonostante il Reparto fosse al completo. Si stanno torturando tutti quei Poliziotti che ogni giorno sono chiamati da soli a gestire tutto questo, Poliziotti che non si arrendono e che nonostante le aggressioni, riescono ancora a reggere, continuando con uno spirito di sacrificio fuori dal comune a rispondere positivamente. Pretendiamo dall’Amministrazione un intervento urgente, ormai il personale è allo stremo e chissà per quanto potrà reggere, chiediamo subito un interpello straordinario per il Personale anche nel ruolo “Ispettori” e pretendiamo uno sfollamento che riporti l’istituto alla capienza di 460 detenuti previsti, perché andare al lavoro per compiere il proprio dovere, non può più essere subire aggressioni e zero diritti per i poliziotti. I colleghi devono avere diritto alla tutela, perché nessuno dovrà più essere abbandonato a se stesso ed entrare in servizio con la paura di non tornare dalle proprie famiglie a fine turno. Il carcere non è un problema solo della Polizia Penitenziaria, dal suo buon andamento dipende anche la sicurezza di tutta la città». Queste sono le motivazioni che hanno portato i sindacati a proclamare lo stato di agitazione e Lunedì 09 dicembre dalle ore 10.00 saranno davanti all’Istituto di Terni a protestare contro il silenzio di tutti. «Basta non è più possibile e non staremo più zitti».
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