di Mascia Aniello

ex assessore all'Ambiente del Comune di Terni

Con oltre un anno di ritardo, il Sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, è finalmente entrato dentro le Acciaierie per adempiere ai suoi doveri istituzionali. Forse servivano i ricatti di Arvedi? Non bastava il chiarissimo quadro su cosa sarebbe evidentemente accaduto, quadro che la sottoscritta gli ha ripetutamente prefigurato? E così, portato sciaguratamente per mano dal sindacalista riconvertito a destra, ha perso un altro preziosissimo anno.Quando era la scrivente a segnalare la gravità della situazione, con gli operai che ripetutamente mi contattavano, terrorizzati dalle orribili condizioni di lavoro, tutta la politica, l'intero asse Terni-Perugia-Roma, faceva orecchie da mercante, tirando a campare nella speranza dei fantastilioni dell'Accordo di programma. Intanto si ammalavano operai e residenti, con totale nonchalance, perché la produzione deve proseguire, costi quel che costi: il sistema deve 'girare'. E le malattie professionali? Un 'rischio calcolato'. Dinanzi allo scandaloso contegno dell'Azienda; dinanzi al rivoltante comportamento di ARPA Umbria, che, tra altre indicazioni disattese, non ha mai installato le richieste telecamere, radielli e quant'altro; dinanzi a condotte omissive di numerosi dirigenti pubblici che, a fronte di palesi inadempienze, non hanno mai denunciato i responsabili, preferendo regolarmente aprire fumosi tavoli per guadagnare tempo; adesso confido che il Sindaco, finalmente folgorato sulla via di Damasco, non sia episodico, non faccia propaganda, ma vada fino in fondo, dritto al punto, nelle sedi opportune, facendo davvero rispettare le regole, dopo decenni di impunità. E confido che, alle operazioni di Bandecchi, si aggiungano anche quelle dei vertici politici della Regione e del Governo, altrettanto silenti e immobili, dopo decenni di distruttivo laissez faire, in attesa che la Magistratura faccia le sue valutazioni.