-Dott.re Ferranti come è stato l'impatto con il nuovo ruolo di primario?
L'impatto sicuramente non è stato traumatico. L'avvicendamento in un luogo che già conoscevo con le sue sfaccettature gestionali fino a passare a disposizioni e logistica mi ha permesso di prendere in mano la situazione. Il nuovo ambiente con i servizi sullo stesso piano è un beneficio per tutti e soprattutto per i pazienti. Purtroppo nel proseguo la situazione si è modificata, una situazione di difficoltà legata sia alla carenza di personale che alle dinamiche sanitarie che ruotano intorno all'ospedale. Partiamo dall'afflusso di utenti fino al bacino d'utenza pescante nella Sabina, Maremma e Viterbese (Civita Castellana e Rieti). Storicamente noi abbiamo sempre risposto a questa fascia del Lazio, la chiusura di Magliano non ha sicuramente inciso a differenza della ridisegnazione della distribuzione sanitaria. Il Covid ha stravolto il servizio, meno medicina del territorio e utenza negli ambulatori medici. Risultato sempre più ospedali hub, un modello concentrato negli ospedali con un grande laboratorio centrale dove si risponde sia alle urgenze e dove vengono svolte anche attività analitiche di servizio. Una struttura sempre più complessa.
- Che ne pensa del recupero delle liste e quale è la situazione attuale?
Personalmente con le risorse umane a disposizione stiamo lavorando con il massimo impegno per far fronte alla nostra mission, alta specialità territoriale e più servizi ambulatoriali. Ci stiamo spendendo per venire incontro a tutte le esigenze con un'attenta analisi tra le risorse, per le macchine a disposizione e valutando tutte la capacità per erogare prestazioni. "Non possiamo sapere quello che possiamo fare e quello che potremmo dare". Aumentare gli slot all'infinito è sicuramente impossibile, data la carenza di personale ma rimane da parte dell'Azienda ospedaliera l'attenzione e la consapevolezza dell'impegno. Con il bando di manifestazione sulla quiescenza, grazie alla manifestazione d'interesse per l'invio di medici in convenzione con l'Azienda ospedaliera di Perugia e la procedura concorsuale in itinere saremo in grado di superare questo stallo. Purtroppo non sempre dai concorsi si troveranno i numeri necessari per coprire i posti, in quanto più aziende ospedaliere bandiscono i concorsi con gli stessi tempi e nello stesso momento e meno posti potranno essere occupati.
- Quale è la ricetta del Dottore Ferranti?
In primis creare liste di attesa con più appropriatezza, 150milioni di esami in un anno per la diagnostica forse sono troppi e bisognerebbe verificare se tutti sono necessari. Molto nasce appunto per l'inappropriatezza e per le impegnative facili, se non occorre ripeto non bisognerebbe farle ma seguire il paziente con la prevenzione. Per rilanciare la sanità servono interventi a livello nazionale. Il tetto di spesa, introdotto nel 2004, è stato poi sempre riconfermato e aggravato nel 2009 dall'imposizione di una ulteriore riduzione del 1,4%. Nel 2022 il personale in forze al servizio sanitario nazionale è aumentato di circa 8.000 unità rispetto all'anno precedente, con un incremento dell'1,3%, risultato soprattutto delle assunzioni e successive stabilizzazioni del personale reclutato per far fronte alla pandemia. E' positivo che il governo, attraverso il decreto Pnrr abbia deciso di estendere i requisiti semplificati per la stabilizzazione del personale sanitario che ha lavorato durante l'emergenza fino al 2025, ma gli effetti rischiano di essere limitati se le aziende non hanno la capacità concreta di assunzione avendo raggiunto il tetto di spesa.
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