Apprendiamo con un certo sconcerto, misto a ironia, le recenti dichiarazioni del vicepresidente della Provincia di Terni, Francesco Maria Ferranti. In un impeto di zelo per la tutela del paesaggio, chiama in causa l'assessore regionale De Luca, chiedendosi come mai aumentino in Umbria le richieste di autorizzazione per impianti a energia "green". Rassicuriamo subito il vicepresidente: la risposta non è un mistero insondabile, ma è scritta nero su bianco in un decreto del suo governo. Evidentemente, al vicepresidente Ferranti sfugge che è stato proprio il governo Meloni, con il decreto ministeriale del 21 giugno 2024, a imporre una drastica accelerazione sulle rinnovabili. Questo decreto, infatti, ripartisce tra le regioni un obiettivo nazionale di 80 GW di potenza aggiuntiva, assegnando alla nostra piccola e delicata Umbria il compito di installare ben 1756 MWp entro il 2030, semplificando al contempo le procedure. Il tutto è stato fatto nel silenzio assordante della giunta regionale uscente di centrodestra, senza alcuna considerazione per le peculiarità di una regione interna, senza sbocchi a mare per l'eolico off-shore e con un patrimonio paesaggistico unico da difendere. Ma la distrazione del vicepresidente non si ferma qui. Dimostra di ignorare, o forse di aver convenientemente dimenticato, che gran parte delle istanze per nuovi impianti ad oggi in fase avanzata sono state presentate e assentite proprio durante il governo regionale della sua parte politica. E, ciliegina sulla torta, l'impianto agrivoltaico di Montecastrilli, oggi al centro del dibattito, ha ricevuto il parere favorevole proprio dalla Provincia di Terni durante il periodo in cui lo stesso Ferranti ne reggeva le sorti come presidente facente funzioni.
Un'incoerenza che lascia allibiti.
Come se non bastasse, il governo di cui Forza Italia è parte integrante ha deciso di avocare a sé le competenze sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per i progetti più grandi, esautorando di fatto la Regione. Sarà infatti il governo Meloni a decidere sul futuro del progetto eolico "Energia Montebibico", che minaccia di triplicare la superficie della cabina primaria di Ferentillo, con evidenti ricadute anche sulla provincia di Terni. Giova inoltre ricordare al "distratto" vicepresidente che Margherita Scoccia, esponente di punta di Fratelli d'Italia in Umbria, è stata recentemente nominata componente della Commissione nazionale VIA-VAS presso il Ministero dell'Ambiente e quindi avrà una grande peso nell'autorizzazione di questi impianti. Evidentemente, le decisioni che contano vengono prese altrove, all'insaputa del nostro rappresentante provinciale. In tutto questo mentre il governo Meloni impone lo sfregio del paesaggio umbro e il vicepresidente Ferranti se ne lava le mani, è proprio la Regione, con il disegno di legge "Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro", a tentare di porre un argine. Questo provvedimento, che ha ricevuto parere favorevole a larghissima maggioranza dal Consiglio delle Autonomie Locali (con l'assenza ingiustificata dei delegati della Provincia di Terni e il voto contrario dei consiglieri di Fratelli d'Italia), mira a definire regole certe, bilanciando sviluppo e tutela. Un tentativo di difesa del territorio che ha raccolto il plauso persino di molti amministratori di centrodestra. Lo spettacolo a cui assistiamo è sconfortante: un vicepresidente che prima attacca e poi non si presenta nei consessi istituzionali dove si decide il futuro del territorio e infine si erge a paladino del paesaggio. Suggeriamo umilmente al nostro spaesato vicepresidente di rivolgere le sue preoccupazioni "in casa propria", al suo partito e al suo governo. La situazione attuale è figlia delle loro scelte e della loro gestione. Questo livello di dilettantismo e di inadeguatezza rispetto al ruolo ricoperto non è più tollerabile e meriterebbe, come unico atto di coerenza, le dimissioni immediate.
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