Ai temi della pena, della sofferenza, delle debolezze umane, un gruppo di volontari impegnati a Sabbione ha deciso di rispondere con la cultura.
E' nato cosi' il Festival della Cultura in memoria di Giovanni Solinas, in corso nella casa circondariale di Terni.
I Condannati al Volontariato, coordinati da Francesca Capitani, storica operatrice e conoscitrice delle attività di volontariato a Sabbione presenteranno il Festival giovedi' 21 aprile, a partire dalle 16.30, nella sala polivalente del Cesvol di Terni, in via Montefiorino 12.
Interverranno Francesca Capitani, coordinatrice del festival, Lorenzo Gianfelice, Presidente del Cesvol di Terni, Chiara Pellegrini, Direttrice reggente della Casa circondariale di Terni, Giorgio Armillei, Assessore alla cultura del comune di Terni, Fabio Gallo, Comandante della polizia penitenziaria dell'istituto di Terni, Cristina Montesi, della facoltà di Economia dell'università di Perugia e Carlo Ottone, Presidente dell'Asm.
Le conclusioni saranno affidate a Fabio Gianfilippi, magistrato di sorveglianza. A coordinare i lavori sarà Francesca Ponticelli dell'associazione "Condannati al Volontariato".
I condannati al Volontariato, dopo un corso di formazione professionale, hanno attivato dieci laboratori all'interno della Casa circondariale di Terni, che spaziano dalle attività di pedagogia teatrale e di poesia, di benessere psico-fisico, di conoscenza e di filosofia, ludico-ricreative fino alle attività volte a risolvere problematiche relative al tema delle affettività familiari.
I laboratori si concluderanno entro il 29 luglio 2016, giornata conclusiva del festival e ad un anno esatto dalla scomparsa di Solinas.
Tutte le attività connesse al festival della Cultura, sono svolte dai Condannati al Volontariato a titolo gratuito.
Il festival della Cultura, dichiara Francesca Capitani, intende perseguire il bene psichico della persona detenuta aprendogli delle possibilità fin d'ora sconosciute, combattendo la disperazione e curando la motivazione alla crescita, sostenendo l'autostima ferita dal disagio di sapersi in difetto agli occhi del mondo.
Un bisogno di dignità, di riconoscimento e di scelta nel dovere supremo di una comunità.
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