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venerdì 12 marzo 2021

Leggiamo la notizia delle dimissioni del sindaco di Spoleto, Umberto De Augustinis, e del successivo voto di sfiducia del consiglio comunale, che ad oggi ha decretato la fine della sua esperienza amministrativa. Da avversari politici non possiamo che rammaricarci di questa situazione in piena emergenza sanitaria. Dispiace che un sindaco, eletto in nome della discontinuità con il passato, abbia pagato dinamiche partitiche da vecchia politica, tradito proprio da quei partiti “amici” che amano definire se stessi come forze innovatrici. Un’epurazione avvenuta solo per aver difeso la propria comunità mentre la governatrice Tesei “espropriava” l'ospedale di Spoleto per l'emergenza covid-19. Una scelta unilaterale arrivata come fulmine a ciel sereno, a cui il Sindaco ha cercato di opporsi. Una posizione questa che ha poi causato le rappresaglie degli esponenti “romani” di un partito commissariato, dove chi vuol far carriera può solo che adeguarsi agli ordini, anche se questo significa fare un danno ai propri concittadini. A pochi anni dalle proprie vittorie elettorali, il centrodestra umbro pare già a pezzi: Spoleto, Orvieto, Terni. Anche in Regione i rapporti sono turbolenti. Non sappiamo se questo è il cambiamento che meritavano gli umbri, possiamo solo dire che se qualcuno pensava avessimo toccato il fondo si sbagliava di grosso. Abbiamo cominciato (di nuovo) a scavare.


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