1) In breve proposte per lo sviluppo della Regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali
-La nostra Regione ha enormi potenzialità di sviluppo e per troppo tempo non ha avuto l’attenzione e la cura che merita. E’ indubbio che una strategia regionale vincente deve dipanarsi nell’ottica dello sviluppo sostenibile, attraverso macro aree che vanno declinate in azioni specifiche e concrete. Imprescindibile è la cura delle persone e della salute, anche attraverso la realizzazione dei due nuovi Ospedali di Terni e Narni Amelia, la sanità di prossimità, l’ampliamento dei due Pronti Soccorso di Terni e Perugia e l’abbattimento delle liste d’attesa; l’attenzione alla dimensione sociale che garantisca equità ed accesso rapido ai servizi per tutti i cittadini; l’alta velocità che colleghi Roma, Terni e Perugia in tratte da 40 minuti e che porterà allo sviluppo delle imprese e ad agevolazioni per i pendolari; il potenziamento delle aree interne anche attraverso l’implementazione di un sistema infrastrutturale che le colleghi ai centri cittadini; il turismo sostenibile e la promozione del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale; l’innovazione e la transizione verso l’economia circolare attraverso la riduzione del mismatch tra istruzione, formazione e mondo del lavoro; il sostegno all’agricoltura e alla cura della biodiversità; lo sfruttamento della centrale di Galleto, che gestita al 70% dalla Regione consentirà la riduzione dei costi energetici per cittadini e imprese.
2)Una ricetta per rivitalizzare i centri cittadini nell'ottica di città dinamiche
-Un progetto serio di rigenerazione urbana deve partire dall’ascolto dei bisogni e delle esigenze dei cittadini e per essere vincente non può prescindere da maggiori relazioni tra le persone, dal rafforzamento della sicurezza e dall’implementazione di servizi e nuove imprese. L’Umbria è costellata da centri di medie e piccole dimensioni dal patrimonio paesaggistico, storico e artistico significativo e questo è un valore imprescindibile da cui partire per disegnare una strategia di rilancio vincente. Bene abbiamo fatto come Regione a dotarci di un marchio registrato, che caratterizzi l’azione politica e tecnica in tutte le realtà in cui operiamo. Per uno sviluppo che possa essere realmente incisivo nel tessuto sociale ed economico è necessaria l’integrazione sinergica tra i vari livelli di governance territoriale e tra imprese, società, associazioni e singoli individui. Ed è proprio partendo dal presidio dei centri storici, dalla valorizzazione dei servizi di interesse della cittadinanza e dal sostegno al lavoro dei commercianti e degli artigiani, che si riuscirà a garantire oltre che il loro rilancio anche maggior sicurezza ai cittadini e a contrastare episodi di degrado urbano. Una programmazione realmente innovativa è quella in grado di rafforzare i settori del commercio, del turismo e dei servizi e che premetterà di trasformare i nostri centri in incubatori di nuovi prodotti e servizi e non solo in luoghi di consumo, affinché essi tornino ad essere il cuore pulsante delle comunità.
3)-Piano regionale non autosufficienza: perché l'Umbria continua a negare l'assegno di cura/sollievo per le famiglie di disabili?
-Nel Piano Regionale per la non autosufficienza, da poco approvato dal Consiglio Regionale sono stati stanziati più di 14 milioni in tre anni destinati ai disabili gravi e agli individui non autosufficienti, per garantire il sostegno domiciliare e consentire il raggiungimento di una soddisfacente autonomia personale. Ma è chiaro che oltre al supporto economico è necessario garantire una rete di ausili che quotidianamente migliorino la qualità della vita dei soggetti disabili e delle loro famiglie, le quali ad oggi fungono da veri e propri ammortizzatori sociali e alle quali non possiamo far mancare il nostro sostegno reale come Regione.
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