Sarah Bistocchi, ex capogruppo in consiglio comunale e commissaria del Partito Democratico di Perugia.
1)In breve proposte per lo sviluppo della Regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali
-L’Umbria che immaginiamo di realizzare, e che la destra al governo ha dimenticato, è una regione che non lascia indietro nessuno. Un’Umbria di opportunità, che sana le disuguaglianze e le differenze e che non lascia indietro nessuno. Dobbiamo sostanziare il claim di ‘Umbria cuore verde d’Italia’ rendendola una regione dove è possibile vivere, ma anche dove è possibile lavorare. Per questo il primo appuntamento necessario è quello delle connessioni: infrastrutture tecnologiche in tutti i comuni dell’Umbria per permettere alla regione di essere un luogo smart, dal quale lavorare e connettersi in tutto il mondo. Parallelamente l’Umbria deve essere raggiungibile su ferro, su gomma e via aereo. Da qui riteniamo sbagliato investire soldi sull’Alta velocità in una stazione della Toscana, ma riteniamo invece fondamentale potenziare le linee esistenti, a partire dalla Orte – Falconara, con la stazione di Foligno a fungere da nodo. Le aziende vanno sostenute, con strumenti semplici e con finanziamenti, all’insegna della trasparenza e della meritocrazia, che in questi cinque anni sono mancati.
2)Una ricetta per rivitalizzare i centri cittadini nell'ottica di città dinamiche
-I centri storici, è utile ricordarlo, sono il cuore pulsante delle città. Luogo di radici storiche, culturali ma anche economiche. L’eco-sistema costituito dal tessuto imprenditoriale in ambito urbano, soprattutto nei centri storici – in particolare con riferimento agli esercizi commerciali – può e deve assumere le forme di un vero e proprio Distretto urbano del commercio (Duc), con la finalità di incentivare e innovare il commercio cittadino, favorendo l’equilibrio tra i vari format e garantendo agli abitanti dei centri storici l’accessibilità ai beni necessari e ai servizi pubblici (uffici postali, banche, scuole, farmacie, etc.)
3)Piano regionale non autosufficienza: perché l'Umbria continua a negare l'assegno di cura/sollievo per le famiglie di disabili
-È un errore grave, sul quale umbre e umbri chiederanno conto alla destra e alla presidente Tesei. L’Umbria, alla vigilia del G7 per la disabilità, ha prima cercato di impedire la discussione di una mozione del consigliere Bianconi, che ricalcava quella presentata dal consigliere Marco Squarta qualche anno prima. Pensare che, chi si riempie la bocca dei migliori principi, si era già espresso a favore e poteva continuare a farlo ma abbia cambiato idea per una questione di opportunità politica ed elettorale, è indegno. L’assegno di cura destinato alle persone con disabilità grave poteva essere approvato in Umbria, sulla scorta di quello che esiste in Emilia Romagna, permettendo alla persona di rimanere nel proprio contesto sociale e affettivo, conducendo una vita il più possibile indipendente. Il resto è arroganza e autoreferenzialità, il contrario di quello che dovrebbe essere la politica e chi amministra la cosa pubblica.
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