Italia Nostra Umbria
Come se la Conca Ternana e i territori limitrofi non fossero già resi malsani da emissioni inquinanti di origine industriale, rinvenute ormai di prassi nell’aria e nelle falde acquifere, ad aggravare il già agonizzante stato di salute del circondario, interviene il progetto di costruzione di un impianto a biogas in Località Ponte Caldaro, situato nei pressi dell’abitato di Narni Scalo. Nel silenzio dei soggetti, istituzionalmente tenuti all’obbligo di vigilare sulla salute pubblica, assisteremo alla nascita dell’ennesimo mostro ambientale che, contrariamente alle verità non dette, che hanno ormai prodotto generale ignoranza, regalerà rumori ed emissioni maleodoranti, a causa della fermentazione della biomassa e della spazzatura varia, composta da liquami, scarti agricoli e letame, nonché emissioni nocive per la presenza di ossido di azoto. Tanto basterebbe per scuotere le coscienze ed impedire la realizzazione del progetto, ma vi è di più; ancora una volta si sta perdendo l’occasione per tentare di valorizzare il patrimonio storico - artistico della nostra area geografica e tentare di trarne profitto attraverso il turismo. A nulla sembra valere la presenza nell’area adiacente a quella in cui è prevista la costruzione dell’impianto a biogas, di importanti monumenti e siti archeologici. Tra tutti il Ponte Caldaro, eretto nel 27 a.c. per volere di Augusto, per abbellire ed organizzare i traffici dell’Impero. Dell’opera originaria, formata da cinque arcate ed in parte distrutta durante la ritirata della seconda guerra mondiale, si apprezzano ancora le coppie di archi delle testate. Il manufatto sarà inevitabilmente sottoposto ad una situazione di rischio, a causa dell’inevitabile aumento del traffico pesante, dovuto al trasporto delle 170.000 tonnellate di materiale, necessario al funzionamento dell’impianto. Di nessun pregio per chi autorizzerà lo stabilimento, che lo stesso insisterà su terreni adiacenti al tracciato Narni - Carsulae dell’antica Via Flaminia; di poco o scarsissimo conto che in loco sia stata già da tempo rinvenuta la presenza di alcuni siti archeologici ed importanti monumenti funerari, quali un antico tempio di Giano; di nessuna valenza, infine, la circostanza che nelle immediate vicinanze all’impianto, su aree di particolare interesse agricolo, si trovano strutture ricettive, che verranno abbandonate dai turisti, di certo non alla ricerca di puzze e veleni. I residenti della zona si sono già da tempo attivati per opporsi al progetto; nelle loro abitazioni sventolano lenzuoli bianchi con lo slogan di dissenso al Bio Gas. Il costituito Comitato cittadino di Ponte Caldaro, a cui si unisce Italia Nostra, contraria al progetto, ha già manifestato per impedire la realizzazione dell’impianto. Ancora una volta, per puro spirito di profitto, accompagnato dalla bufala della bio compatibilità dell’impianto a biogas, il cuore verde d’Italia rischia di trasformarsi nell’immondezzaio d’Italia.
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