Mettere in sicurezza i conti della Regione attraverso uno schema di manovra che sarà partecipata con tutte le parti sociali e nelle sedi istituzionali per non far pagare ai cittadini umbri, in particolare alle fasce con un reddito sotto i 15mila euro e ai giovani, lo scotto di uno sbilanciamento di 243 milioni dei conti delle aziende sanitarie che hanno prodotto un buco nel bilancio regionale di 90 milioni di euro a cui si aggiunge il prelievo da parte del Governo di 40 milioni in 3 anni sotto forma di contributo delle Regioni alla finanza pubblica. Questo lo scopo dell’operazione verità fatta oggi a Palazzo Donini dalla Presidente della Giunta regionale Stefania Proietti che, insieme agli assessori e ai direttori regionali, ha tenuto una conferenza stampa per fare chiarezza sulle ragioni che hanno spinto l’Esecutivo a preadottare una manovra economica che dovrà servire a salvare la Regione dallo spettro del commissariamento. “Il commissariamento ad acta della nostra sanità – ha detto la Presidente - porterebbe l'Umbria allo sfacelo. Come dicevamo in campagna elettorale siamo già in una situazione molto compromessa, ora purtroppo mettendo le mani sui conti lo vediamo in concreto ogni giorno e confermiamo che la situazione dell'Umbria è compromessa". Una regione, la nostra, la cui crescita era in stallo da anni, ma che rischierebbe di non riprendersi più a seguito di un commissariamento da parte del Governo centrale. "A pagarne le spese - evidenzia la Presidente - sarebbe il sistema sanitario che si vedrebbe nell'impossibilità di fare assunzioni e quindi con un blocco del turnover o di assumere nuovo personale, ma anche nell'impossibilità di investire sul rinnovamento dei macchinari o di nuove strutture”. “Noi dobbiamo fare il contrario e permettere all'Umbria di crescere – ha proseguito la Presidente - e questo è possibile mettendosi in sicurezza prima del 15 aprile con una manovra il più equa possibile e concertata, per poi avviare le vere riforme che, in parte, soprattutto sul fronte della sanità, sono già in fase di realizzazione". La Presidente ha quindi ricordato i numeri della mobilità passiva in sanità, che ha prodotto negli anni un aggravio di spese pari a 36 milioni di euro. E non solo: “Partiamo da un disavanzo complessivo delle 4 aziende sanitarie al quarto trimestre 2024 di - 243 milioni – argomenta Proietti -. Dalla gestione sanitaria siamo riusciti a portare in dote 153 milioni, tutto quello che si è potuto fare. Abbiamo quindi un dato di partenza di meno 90 milioni. Ma ci presentiamo al Mef con una delibera approvata, una prima bozza, il livello massimo dal quale vogliamo scendere sempre più, nella maniera più equa possibile, salvaguardando le classi più deboli, concertando sui tavoli con i sindacati, le parti datoriali che abbiamo incontrato questa mattina, i nostri amministratori locali che incontreremo domani, e modificando così una manovra che speriamo possa salvarci da un commissariamento che va assolutamente scongiurato”.“Se ci dovessero commissariare, i cittadini umbri avranno tutte le aliquote al massimo, mentre in questa nostra ipotesi la fascia di reddito da zero a 15mila euro viene fatta salva, per poi agire in modo progressivo sulle successive. Il Governo ha riaperto fino al 15 aprile la possibilità per le Regioni di effettuare manovre finanziarie. Noi abbiamo scelto di essere responsabili, ma mi consta che tutte le Regioni che si trovano nella nostra situazione, anche l'Abruzzo che ha una guida di centrodestra, hanno scelto di essere responsabili. Le manovre non hanno destra o sinistra, hanno la coscienza degli amministratori. Allora, se noi entro il 15 aprile non ci presentiamo con una manovra che aggiusteremo fino al termine ultimo per renderla il meno impattante possibile, ci troveremo costretti a subire decisioni e imposizioni drastiche con le aliquote fiscali imposte a tutti indiscriminatamente. Il danno lo faremmo soprattutto ai nostri giovani, che già ci chiedono conto di quanto stiamo facendo, perché, solo per fare un esempio, non avremmo nel periodo 2026-2028 quei 33 milioni necessari per il confinanziamento dei progetti comunitari molti dei quali vanno a incidere su quei servizi che innalzano la qualità della vita e creando quindi un grosso problema allo sviluppo economico dell’Umbria che faremo di tutto per evitare”.
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