Queste le parole di Verdecchia in aula all’atto delle dimissioni, riportate dal sito del Comune di Terni: «Signor sindaco, signor presidente del consiglio, colleghi consiglieri, e voi cittadini ternani che ci ascoltate, prendo la parola oggi non per un intervento di routine, ma per una comunicazione ufficiale tanto ponderata quanto, per me, necessaria e sofferta. Con la seduta odierna, intendo comunicare formalmente la mia decisione di lasciare il gruppo di maggioranza di Alternativa Popolare e conseguentemente il ruolo di capogruppo. Non è una scelta presa a cuor leggero. È il risultato di una lunga e attenta riflessione, maturata negli ulti i mesi, sul percorso che questa amministrazione sta seguendo e, soprattutto, sul metodo con cui sta operando». «Quando abbiamo chiesto il voto ai ternani – ha detto l’ex capogruppo di AP – lo abbiamo fatto sulla base di un programma di cambiamento, di rottura con il passato, e con la promessa di un nuovo modo di amministrare la città. lo ho creduto profondamente in quel progetto. Ho lavorato con lealtà e impegno per contribuire a realizzarlo, perché credo che Terni meriti un futuro di sviluppo, trasparenza e partecipazione. Il mio mandato, come quello di tutti voi, appartiene in primo luogo ai cittadini. È a loro che dobbiamo rispondere. Ed è proprio per coerenza con il mandato ricevuto che oggi mi trovo costretto a questa scelta. Non sono io ad abbandonare il partito, ma è la linea politica scelta che è radicalmente cambiata dall’inizio della nostra attività amministrativa». «Purtroppo, con il passare del tempo – ha proseguito in aula Verdecchia – ho dovuto constatare un progressivo e incolmabile scostamento tra gli impegni presi e l’azione politica quotidiana. In primo luogo, una divergenza di metodo. Ho sempre creduto nel valore della collegialità, del confronto e della sintesi. Un’amministrazione forte è quella che sa ascoltare, che valorizza il contributo dei cittadini e dei suoi consiglieri, che non teme il dibattito e la critica. Invece, ho assistito troppo spesso a un modello di gestione verticistico, dove le decisioni cruciali sembrano essere prese altrove, lasciando a questo Consiglio un ruolo di mera ratifica. Il consiglio comunale è il cuore della democrazia cittadina, non un ‘passacarte’. E io non sono stato eletto per alzare la mano a comando, ma per rappresentare le istanze dei cittadini e contribuire con le mie idee». «In secondo luogo, una divergenza di sostanza. Molte delle priorità che avevano infiammato la nostra campagna elettorale sembrano oggi sbiadite, messe in secondo piano rispetto a dinamiche che appaiono più distanti dai bisogni reali e urgenti di Terni. Vedo un’amministrazione la cui azione, a mio avviso, si sta allontanando dalle urgenze della nostra comunità. Lasciare la maggioranza non significa, per me, tradire il voto dei miei elettori. Al contrario, significa restare fedele alla promessa data e a quella di agire sempre e solo nell’interesse della città di Terni. La mia coscienza mi impone questa scelta. Non posso continuare a sostenere una linea politica in cui non mi riconosco più e che ritengo non stia più servendo al meglio gli interessi dei ternani. Da oggi, quindi, il mio posto sarà nel gruppo misto. Questo non significa che farò un’opposizione preconcetta, distruttiva o ‘contro’ a prescindere. Non è nel mio stile. Significa che riacquisisco la mia piena libertà di giudizio. Valuterò ogni singolo atto, ogni delibera, ogni proposta che arriverà in quest’aula nel merito. Avrà il mio voto favorevole tutto ciò che riterrò utile per Terni e per i suoi cittadini. Avrà il mio voto contrario tutto ciò che riterrò dannoso, inopportuno o distante dalle necessità della nostra gente. Il mio faro, da oggi come ieri – ha concluso Guido Verdecchia – resta uno solo: il bene di Terni». Grazie

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