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domenica 9 dicembre 2012



E' chiaro che il decreto Province, difficilmente riuscirà a infilarsi nella cruna dell'ago di fine legislatura tecnica! Le previsioni originarie del testo, ormai stravolto, anche con l'epilogo positivo potrebbero permettere la salvezza dell'Ente. Gli enti soppressi non sarebbero più 35 ma 29 per l'effetto dei 36 emendamenti presentati bipartisan dai due onorevoli Bianco e Saltamartini, che lunedi' in commissione Affari costituzionali del Senato si apprestano ad essere votati. Difatti il decreto che arriverebbe nell'aula del Senato mercoledi' 12 dicembre, per garantire la conversione entro la dead line del 5 gennaio, se le camere si scioglieranno il 24 dicembre è tutt'altro che certa. Gli emendamenti si differenziano in vari punti, soprattutto sulle deroghe da introdurre. Entrambi condividono di sommare all'esenzione per i territori montani già prevista dal'Esecutivo, quella per le Regioni dove un solo ente non abbia i requisiti minimi decisi a luglio dal Governo ( 350mila abitanti e 2.500 chilometri quadrati). Entrambi salverebbero Terni e Matera per le Regioni che sarebbero diventate monoprovincia, manterrebbero separate Avellino e Benevento, ma non salverebbero Isernia. A completare le eccezioni interviene la divisione in due della maxi-Provincia toscana, Pisa-Livorno e Lucca-Massa Carrara. Anche i confini delle città metropolitane di Milano e Firenze, con la fusione di alcuni comuni, cambierebbero la geografia permettendo la realizzazione di una superficie coincidente, con le Province esistenti. Le intenzioni dei relatori coincidono sui tempi dell'operatività della nuova mappa provinciale, facendo slittare di 6 mesi (dal 1° gennaio al 1° luglio 2014) la nascita dei nuovi enti. Le città metropolitane partirebbero da gennaio 2014 e le Giunte provinciali non scomparirebbero ma durerebbero fino all'elezione dei nuovi consigli. Per quelle che scadranno prima verrà nominato un commissario straordinario fino al rinnovo degli organi. Per quanto riguarda gli emendamenti per la scelta dei capoluoghi non preverrà più il Comune più popoloso, salvo diverso accordo tra i primi cittadini, ma quello che possiede i predetti requisiti minimi di abitanti ed estensione, oppure la Provincia con più abitanti. Qualsiasi scenario si profilerà, l'importante è proseguire in una riorganizzazione degli equilibri territoriali, dove lo sviluppo dell'Umbria e di Terni sarebbe salvaguardato da una macchina organizzativa più pratica ed efficiente. L'esperienze del passato e il rischio ancora fondato di "scomparire", saranno servite a qualcosa? Staremo a vedere..... .

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