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martedì 11 agosto 2015

Il bilancio di previsione 2015 di palazzo Spada, approvato la scorsa settimana, ha fatto passare in secondo piano il rinvio della sorte delle farmacie comunali.
E' stato lo stesso sindaco Di Girolamo a chiedere e ad ottenere il rinvio per la trattazione del programma 2015/2018 sulla Asfm.


Il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza la proposta di slittamento sulla delicata questione della partecipata, se ne riparlerà a settembre.

Ancora tutto da scoprire se il Comune venderà il 40% dell'azienda farmaceutica ad un partner pubblico o privato o se cederà solamente alcune farmacie improduttive.

Per Marco Cecconi FdI la scelta del Primo cittadino è "farisaica" ed ha le sue buone ragioni per far "decantare" un argomento annoso come quello delle farmacie comunali.

Prima di tutto la "necessità obbligata" di non spaccare la propria maggioranza prima di aver incassato il risultato del bilancio 2015, giudicato in maniera propositiva solamente dal capogruppo Pd Cavicchioli; e costruito su entrate fittizie e pareggi solo sulla carta.

La seconda ragione è riferibile interamente al futuro dell'Azienda farmaceutica, trasformare l'Azienda in una Spa con l'obiettivo di detenerne il 100% e contemporaneamente disfarsi di quelle in perdita dandole in concessione; è una manovra prettamente speculativa.

Il dibattito sulle farmacie dura da più di vent'anni.
Il piano di sviluppo dell'Azienda (parte integrante della delibera poi rinviata) è articolato in un ipotesi "A" tutto pubblico e un ipotesi "B" con l'ingresso dei privati con varie ed eventuali tutte da definire.

Un piano di sviluppo, il cui cosiddetto futuro delle farmacie comunali, corrisponde a strategie di mercato semplici per diversificare il prodotto e ampliare i servizi complementari.

Strategie secondo Cecconi che non attualizzano una funzione sociale, vista l'assenza di offerta di competitività tra le farmacie in tema di servizi all'utente.

In questo possibile scenario di sviluppo è impossibile non rintracciare l'insieme delle concause delle attuali criticità, tra la gestione del magazzino e degli acquisti, dalla dotazione di personale in esubero fino ai canoni di locazione iper-onerosi.

Una domanda sorge spontanea, quale privato troverebbe conveniente acquistare un prodotto simile?
E le farmacie in perdita, ubicate in posizioni "infelici" e oscurate da altre farmacie private nelle vicinanze, che appeal possono avere?

L'unica ipotesi realistica conclude Cecconi è quella di chiedere al Consiglio comunale di firmare una cambiale in bianco, da riempire in seguito con contenuti di comodo.
Vogliamo tornare ad elencare tutte le alienazioni poste a bilancio ma mai effettuate?

Nessuno è contrario all'ingresso dei privati prosegue il Capogruppo FdI, il mestiere di farmacista non spetta certamente al Comune, ma la maggioranza sulla richiesta di "esprimere una preferenza" rischia di frantumarsi.

La privatizzazione dovrà essere realistica e totale, altrimenti si permetterà nuovamente all'amministrazione comunale di svendere, smembrare e giocare a "Risiko" sulla pelle dei cittadini già vessati da tributi e da scelte pessime sulla gestione di questa pubblica azienda.

Per ammodernare e rilanciare definitivamente l'Afm urgono misure logistiche, organizzative, finanziarie e strategiche.





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