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mercoledì 22 agosto 2018

“La manovra relativa al bilancio riequilibrato 2018 di parte corrente che la giunta comunale ha approvato lunedì sera – dichiara  l’amministrazione comunale – scontava un disavanzo di partenza di oltre 6 milioni di euro che l’attuale amministrazione, in sella da neppure un mese e mezzo, ha evidentemente ereditato”.
In pochissime settimane lo squilibrio è stato sanato con un lavoro di squadra assiduo e faticoso e tra circa un mese il documento contabile, dopo il passaggio consiliare, sarà al vaglio degli uffici competenti del ministero dell’Interno con cui si aprirà una fase di interlocuzione sino alla definitiva approvazione, secondo le severe procedure imposte dal dissesto finanziario in cui il Comune di Terni si trova.
Questo bilancio riequilibrato riguarda una cifra complessiva di spesa corrente per 102.564.282 euro che, al netto del fondo crediti di dubbia esigibilità, comporta per il 2018 un potenziale di spesa impegnabile di 93.093.555 euro.
Considerato l’ultimo dato globale disponibile sulla spesa impegnata, ovvero quello del conto consuntivo 2016, si è operata una riduzione di circa 3 milioni di euro.
Evitando la logica dei tagli lineari, il riequilibrio è stato raggiunto attraverso un complesso meccanismo di maggiori entrate e di abbattimento delle spese, tenendo presente che le scelte contabili sono state assunte, fino al luglio 2018, dalla precedente amministrazione e dal commissario straordinario.
Per quanto attiene alle maggiori entrate, le voci più significative fanno riferimento al contratto di concessione dell’Aviosuperficie e del parcheggio San Francesco (ambedue prima in uso gratuito), al contratto di gestione dei parcheggi di superficie con l’aumento della quota dovuta da TerniReti, alla tassa di soggiorno, all’affitto dei locali della farmacia Falchi, all’aumento stimato delle sanzioni amministrative a seguito della installazione dei nuovi varchi elettronici, agli introiti Imu aumentati obbligatoriamente per legge in ragione della condizione di dissesto. Il tutto per circa 3,2 milioni di maggiori entrate.
Sul fronte dei risparmi, oltre 500 mila euro derivano da minori consumi idrici e della pubblica illuminazione; altre poste sono state ricavate da manutenzioni varie (comunque in gran parte garantite), dal taglio di alcune spese inerenti il personale, dal trasporto scolastico, da indennità di carica del presidente del consiglio comunale e dei consiglieri comunali, quest’ultime rese possibili dal fatto che dal marzo al luglio 2018 tali organismi non si sono di fatto riuniti. Il sindaco e gli assessori a loro volta si sono ridotti del 10% le indennità (oltre ad un altro 10% già applicato per obbligo di legge).
“Nonostante ciò, . concludono – l’amministrazione sta continuando in una non semplice ma necessaria opera di risanamento che potrà toccare anche qualche importo contrattuale in essere e sta preparando tutte quelle operazioni di monitoraggio rispetto agli affitti e al patrimonio immobiliare comunale con lo scopo di recuperare risorse. Giova ricordare che questa amministrazione opera tuttora in una condizione economico-finanziaria molto grave, costellata da vincoli e impedimenti normativi, frutto della bancarotta tecnica di decine di milioni di euro nella quale il Comune stesso è stato trascinato”.

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