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domenica 19 novembre 2023

La città laboratorio che ha visto vincere per la prima volta la Lega a Terni, prima città importante fuori dal nord e a fine maggio vederla dissolvere con la vittoria di Stefano Bandecchi che ha sconfitto la stessa coalizione di destra guidata da FdI. Il passaggio dal rosso della classe operaia ad un orizzonte che si è tinto di nero. Alessandro Portelli, critico musicale e storico della letteratura indaga questa vera e propria «mutazione antropologica» andando sul campo di una realtà emblematica, raccogliendo decine di storie e testimonianze di una città storicamente rossa, sede di una delle industrie più rilevanti del nostro territorio, con una lunga tradizione di scioperi e battaglie operaie, che decide di allontanarsi dalla sua storia e passare «dall’altra parte», consegnandosi prima nelle mani di un’amministrazione di estrema destra e, cinque anni dopo, di un tycoon di provincia che aspira ad essere il nuovo Berlusconi. Una città dalle mille contraddizioni che prima della vittoria di Leonardo Latini ha visto al ballottaggio anche il M5S, una città che muta che non vorrebbe essere solo operaia ma non riesce a fare quel salto per divenire una città turistica, una città ricca di cultura dove le origini a volte sono state anche inventate. Portelli ha intervistato tante persone studiandone l'anima più profonda, ha ricordato il grande Walter Patalocco che proprio oggi doveva essere al suo fianco nella presentazione del libro. Una memoria profonda che ha contribuito a questa intima analisi sulla città inopinata pronta a facili ribaltoni e clamorosi amori figli di un voto molto labile tra processi di deindustrializzazione, crisi della sinistra, debolezza di una destra senza spessore e insicura delle proprie certezza. Una città che vive nella mancanza di identità, dove tutti cercano futuro altrove e dove l'età media è altissima. Una città che fatica a pensare un futuro e vive solo dei ricordi degli antichi fasti e della Manchester italiana. Insieme ad Alessandro Portelli sono intervenuti il docente Angelo Raspi e lo scrittore Eugenio Raspi. La biblioteca gremita in ogni ordine di posto.



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