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venerdì 25 ottobre 2024

Di Marina Leonardi

La storia si ripete dice qualcuno e ieri è andata di nuovo in onda la favola:“Facciamo credere ai cittadini e alle cittadine che tutti possono candidarsi e concorrere ma poi nella pratica diamo spazio solo a due candidate.” Anche stavolta, l' attuale Presidente Tesei e “l' altra candidata del centrodestra" o la restauratrice della compianta Democrazia Cristiana Stefania Proietti, sono state invitate all' Auditorium della FIGC di Prepo al gran banchetto organizzato da Confindustria Umbria.

Gli altri candidati? Come per CNA non esistono. Comprendo che certe confederazioni con la sottoscritta e con i partiti che la sostengono abbiano poco, per non dire nulla da "spartire” o nessuna donazione da campagna elettorale da condividere e di conseguenza non abbiamo nessuna fattura da presentare il 19 novembre finita la campagna elettorale. Tuttavia avete la faccia tosta, metafora alternativa ad altre più comuni, di fregarvi completamente non tanto della sottoscritta, ma della democrazia. Perché almeno da quello che ricordo in anni di impegno civile e antifascismo i padri costituenti volevano che le elezioni fossero strumento di partecipazione e momento cruciale della tanto, da me citata, democrazia. Ma superato il mio solito fastidio nel vedere che nessuno si accorge che siamo in una democratura in cui la Costituzione per alcuni vale niente, parliamo dei temi trattati dalle due.
Donatella Tesei ha ricordato le cosine fatte in questi cinque anni da un' amministrazione che " ha messo al centro l' impresa". Ecco sdoganato l' ennesimo slogan, ma stavolta permettetemi di replicare con un altro: un'amministrazione che ha messo al centro l' impresa e al macello i lavoratori e le lavoratrici.
«Secondo voi i commensali di Confindustria avranno ricordato la percentuale di lavoratori che hanno perso la vita sul lavoro che si assesta tra le prime a livello nazionale con un indice di 27,7 (media nazionale 18,8)? Avranno discusso che l' incidenza di infortuni mortali è superiore, rispetto alla media nazionale del 25% in Umbria che vede l’Umbria al diciassettesimo posto fra le Regioni italiane?
Io credo che questioni come l' internazionalizzazione e il green deal abbiano oscurato la questione, che appare di poco conto ad una certa platea. Secondo voi, avranno discusso che in Umbria ci sono quasi 42000 lavoratori (1 su 10) senza contratto, senza diritti e con salari ridicoli e che quindi la nostra Regione si attesta ad avere un tasso di irregolarità più alto della media italiana? Avranno contestato che questa illegalità penalizza il sociale e quindi i nostri diritti? Pensate veramente che avranno discusso di questo? (Ricade anche su quel diritto alla salute che tanto sbandierano).
E anche su questo in effetti non hanno parlato, hanno preferito litigare se il termovalorizzatore va chiamato così o inceneritore. Secondo voi avranno parlato di caporalato, accertato ormai che anche in Umbria, soprattutto nel comparto agricolo, il fenomeno è presente? Pensate veramente che abbiano discusso di questo? Io credo che per loro parlare di cantieri aperti, con un battibecco su quale giunta, Marini o meno, Lorenzetti prima o dopo, li abbia iniziati, sia stato più importante che una discussione sul caporalato… questa è roba da comunisti.
Secondo voi avranno discusso del fatto che il PIL dal 2019 al 2023 è calato del 2,5% e la variazione prevista per il 2024 è inferiore alla media nazionale? Avranno preso in considerazione che la Filiale della Banca d'Italia di Perugia, presentando l' aggiornamento congiunturale sull'economia regionale ha parlato di "toni grigi" e un indebolimento dell'attività economica umbra?
Secondo me, hanno girato alla larga dall'argomento e avranno rilanciato sulle grandi infrastrutture, rilanciando ad oltranza su chi era in grado per compiere le grandi opere in grado di sgretolare quanto più territorio possibile in nome del green washing.
Io mi accontenterei per la prima volta di percorrere la Tiberina da Orte a San Sepolcro senza una ventina di cambi di carreggiata e sperare che i lavoratori assunti per queste presunte grandi infrastrutture, abbiano un contratto di lavoro, le tutele necessarie e un salario dignitoso.
Insomma sempre i soliti teatrini a cui la politica ci ha abituati e abituate, che non toccano mai i veri temi che interessano ai cittadini e alle cittadine: salario minimo di 10 euro come da richiesta di Potere al Popolo, abolizione dei ticket sanitari come porta avanti il PCI, sicurezza sul lavoro con gli ispettori INAIL che tornino davvero a fare da garante (è ridicolo che debbano avvertire le aziende prima del loro arrivo), leggi che vadano ad evitare la logica degli appalti al ribasso dove i tagli per accaparrarsi la gara vengono fatti su sicurezza e costi del personale, una Regione che torni a contare sui tavoli delle commissioni industria e torni ad essere partecipe di investimenti sulle aziende del territorio come l’AST. E poi basta alla commistione tra politica e grandi industriali, basta a campagne elettorali finanziate da non si sa chi che drogano il sistema e chiedendo poi il conto a chi vincerà le elezioni.
Un’ultima cosa voglio dire: chi tra le due candidate si chiama “democratica” non dovrebbe accettare che sia portata avanti una campagna elettorale così, dovrebbe indignarsi anche lei, o forse come sosteniamo noi tra le due davvero poco cambia. Per noi tornare a stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici, parlare di sicurezza e salari adeguati non è utopia: è un diritto.

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