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domenica 8 dicembre 2024

di Marco Sansoni - Andrea Liberati
      Italia Nostra Umbria

Sono oltre 10 anni che, come 'Italia Nostra', ci occupiamo delle vergognose rendite parassitarie delle centrali idroelettriche di Terni, rendite investite altrove dalle multinazionali dell'energia. E non siamo ancora assuefatti alla povertà del dibattito locale. In questi giorni le parti sociali rivendicano l'essenzialità del presidio di telecontrollo di Galleto. Il concessionario idroelettrico uscente, ENEL, ha subito risposto loro che tutti i posti di lavoro in loco saranno comunque salvaguardati, con una lunga missiva ufficiale, vari bla-bla. Bene, bravi, bis!  Peccato che, da molti anni, il vero nodo sia altro, tematica su cui ENEL tiene la bocca serrata: ENEL infatti, così come la precedente triade Endesa-EON-ERG, continua ad accumulare centinaia di milioni, mulinando l'acqua dei nostri fiumi e dei nostri laghi, senza che all'Umbria e a Terni ritornino somme o compensazioni significative, oltre ai noti danni alle sponde di Piediluco, oltre alla Cascata delle Marmore quasi sempre chiusa, oltre a bollette da capogiro per tutti. Per focalizzare il nocciolo della questione, 'Italia Nostra' ha inviato diverse PEC proprio ad ENEL, chiedendo di fornire i dati finanziari più recenti (2022 e 2023) del polo idroelettrico locale: orbene, ENEL, così tempestiva nel rassicurare i sindacati, qui si rifiuta di consegnare informazioni, sostenendo che si tratterebbe di "dati sensibili" (sì, per le loro casse!); poi precisando che, essendo società "integrata", ENEL non sarebbe nemmeno in possesso di simili dati finanziari. Davvero surreale. Tali non-risposte di ENEL sono già state sottoposte ad alcune Autorità, affinché esercitino le doverose verifiche del caso. Abbiamo frattanto elaborato noi stessi gli ipotetici ricavi del polo ENEL di Terni, partendo dal prezzo all'ingrosso della Borsa Elettrica-PUN del 2022 (€ 0,303 al kWh, tra guerra e inflazione) e del 2023 (€ 0,127 al kWh), moltiplicando il PUN per la produzione media annua degli impianti locali, pari a 1,4 TWh. Tuttavia, considerando il ruolo prevalente degli impianti a bacino, tali numeri aumentano del 30-35%: infatti produrre molta energia all'alba e al tramonto, come qui accade 'caricando' e 'scaricando' il lago di Piediluco due volte al giorno, ripaga il concessionario uscente ENEL ancor di più!
E quindi? Quali sono gli incassi aziendali di ENEL grazie al polo idroelettrico di Terni?
Secondo i calcoli di 'Italia Nostra', grazie all'ipersfruttamento delle acque dei fiumi Velino-Nera, nel 2022 ENEL ha potuto fatturare oltre € 550 milioni, mentre nel 2023 non è lontana dai € 240 milioni
Circa l'80% della produzione idroenergetica è notoriamente generata proprio a Terni -città in plateale declino che viceversa ottiene una quota frazionale di già modesti canoni idroelettrici regionali. Città che fino al 2018 riceveva addirittura ...nulla! Per ENEL, invece, ben € 800 milioni di ricavi in soli due anni! Al di là degli extraprofitti 2022, è dunque ENEL l'azienda in assoluto più florida e redditizia di qualsiasi altra nell'intera Umbria, anche se non ritroverete tali dati in alcuna statistica o ricerca ufficiale: eppure parliamo di oltre € 1 milione al giorno, prodotti in modo parassitario su impianti ammortizzati da decenni! Una cuccagna senza pari. Ecco perché, da un lato, i concessionari uscenti vorrebbero evitare le gare previste dalla legge nazionale; dall'altro lato, il padrone delle ferriere, Arvedi da Cremona, reclama per lui stesso la rendita, mulinando la nostra acqua per l'eternità e, in ogni caso, cedendo briciole alla città: ma la prosecuzione di questo scippo miliardario è possibile seguendo l'assunto che gli autoctoni non paiono capire l'enorme valore delle proprie risorse naturali; conseguentemente non le sanno difendere, né sanno farsi sentire con chi di dovere. Alla stessa stregua di quanto avveniva nelle colonie, prima dei moti rivoluzionari.








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