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mercoledì 30 luglio 2025

di Andrea Liberati -presidente 'Italia Nostra' Terni

Comune di Terni e Regione Umbria ora litigano per una centrale nucleare che, ovviamente, non si farà mai, tipico ballon d'essai da ipermachismo bandecchiano. Comune e Regione però tacciono invece su altro, ben più concreto, preteso da entrambi. Sull'asservimento ad Arvedi AST, Comune e Regione sono come i ladri di Pisa. Ciò è confermato dall'enorme porcata che i due enti hanno infatti voluto e firmato insieme, un mese fa, a Roma: quella velenosa megadiscarica da oltre 10.000.000 di tonnellate di rifiuti siderurgici, da collocare sopra gli stessi suoli e falde già gravemente ammorbati dai metalli pesanti. La politica locale continua così ad assecondare quel furto della terra mirabilmente immortalato ne "Gli impolverati", scritto dalla psicologa Maria Cristina Garofalo. Una depredazione che, con la complicità delle Istituzioni, di ieri e di oggi, le Acciaierie portano avanti da oltre un secolo. L'ultimo miserrimo ricatto di Arvedi -discarica ed energia, sennò chiudo- sta infatti funzionando benissimo. Chiedergli di trattare i suoi rifiuti lontano dalla Conca sarebbe stato troppo per una classe politica regolarmente a capo chino: eppure altre acciaierie italiane processano scorie e fanghi a distanza anche considerevole dagli impianti, avendo stretto patti e siglato convenzioni persino all'estero. Ai nostri politici, invece, non è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di reclamare rispetto per Terni, tanto più alla luce della grave, certificata e duratura contaminazione del territorio, dagli acquiferi a molto altro. Intanto la città continua a non avere un progetto aggiuntivo e alternativo a quello di viale Brin; continua a non avere un polo universitario minimamente degno e autonomo (quando persino Corciano avanza!), con masse di diplomati inutilmente sovratitolati per i reparti operativi Arvedi AST. E con migliaia di laureati e professionisti vari che, in assenza di offerte lavorative adeguate, in mancanza di un terziario moderno e frizzante, giustamente fuggono da una città senza futuro. Treni permettendo.




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