In caso di pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana, il termine per applicare le misure di protezione non può essere prorogato ripetutamente e l’esercizio dell’installazione deve essere sospeso, ai sensi della Direttiva europea 2010/75. Non è 'Italia Nostra', ma la Corte di Giustizia Europea a esprimersi in questo modo, con la sentenza C-626/22 su Taranto. Invece cosa fa la Regione Umbria, competente per le AIA Arvedi AST e Tapojarvi?
Dopo l'ennesimo 'tavolo' amministrativo aperto con le Acciaierie (modalità non prevista dalla legge, né tantomeno dalla sentenza in questione), senza mai procedere alle doverose diffide e sospensioni AIA, la Regione procede in linea con l’andazzo di sempre: con l'ennesima e inutile determina, butta altri € 300.000 pubblici per farneticanti nuovi 'studi' e 'monitoraggi'. L'Ente regala in tal modo altro tempo alle acciaierie di Terni anziché imporre loro di sistemare subito, anzi, da anni, alcuni impianti. Col pretesto di individuare nuove fonti non captate di emissioni del nichel, nonché determinare le sorgenti emissive dei metalli pesanti e bla-bla vari, viene d'emblée concesso ad Arvedi AST lo "scivolo" fino al 2030, così intanto l'ammorbamento contro lavoratori e cittadini proseguirà, mentre trascorrono serenamente altri cinque anni e passa l'intera legislatura, producendo nel frattempo analisi su analisi su analisi: come non bastassero le decine di ricerche anche accademiche internazionali, di ogni tipo, già esistenti su Terni e sull'elevatissimo inquinamento siderurgico locale! Sarebbe stato invece essenziale che la Regione avesse almeno programmato l'installazione del sistema di telecontrollo video dei camini (anche di tipologia LIDAR, presente a Taranto da anni), richiesto dallo scrivente sin dal 2012 sia all'Ente che ad ARPA: videosorveglianza, guarda caso, mai adottata! Una vergogna che avanza nell'indifferenza generale. Per soprammercato, come ai tempi del Duce, esattamente come 100 anni fa, la Regione intende strappare le centrali idroelettriche alla città che le ospita, regalando energia pulita e gratuita soltanto alla multinazionale inquinatrice, pur sotto blande condizioni (livelli occupazionali e 'impegni' ambientali) ovviamente derogabili, come sempre avvenuto negli ultimi decenni. Una Regione che, su Terni, nel 2025, 'pensa' (?) ancora soltanto alle Acciaierie si commenta da sola. Cogliamo l'occasione per segnalare come un nuovo e grave incidente si sia sfiorato nel trasporto delle scorie fuse a 1000 °C -stavolta subito individuato il presunto 'colpevole', il conducente del mezzo (naturalmente!). Abbiamo atteso settimane prima di parlarne, convinti che qualcuno avrebbe dato la notizia, pur nel sistema omertoso locale: la notizia, invece, non è emersa. Ma i sindacati non sanno nulla?

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