LA TUA POLEMICA NEL BLOG?

Prenota il tuo spazio qui. INFO

domenica 21 ottobre 2012

IL MOMENTO DELLE DECISIONI

Con solo 5 esponenti del Pdl della Provincia di Perugia a sfavore, il consiglio del Cal presieduto dal sindaco di Terni approva a maggioranza con 26 voti il riordino istituzionale dell'Umbria. Tra i favorevoli i sindaci di Perugia, Foligno, Spoleto e il Pdl di Terni. I confini delimitati dalla riforma sanitaria nel rispetto delle dimensioni territoriali e demografiche, è quella articolazione su cui la Regione vorrebbe puntare nella costituzione dei due ambiti provinciali come delineerebbe il recente disegno di legge regionale e l'adozione delle procedure previste dall'articolo 133 della Costituzione. Una omogeneità sia sociale che economica per la valorizzazione e lo sviluppo. Il documento che è già passato al vaglio dei consigli comunali, che esprimeranno il proprio parere non vincolante se non nei termini della maggioranza territoriale. Entro il 24 ottobre la Regione dovrà ratificare il documento di riordino al Governo. Amore e odio.... rabbia, stanchezza, desiderio di cambiamento, antipolitica e senso di appartenenza non di rado con quella declinazione nel sentimento del campanilismo. Sensazioni e opinioni ricorrenti a Terni!. Argomenti gettonati e diversamente esternati: la cultura con i teatri, il traffico con la viabilità, la soppressione della provincia di Terni, la sanità, la vivibilità urbana, la classe politica, la situazione del commercio. La classe dirigente inetta ed efficace dove la decadenza è economica e culturale lascia intatta alla gente la convinzione che la città è vivibile!. Caos...  le piazze più brutte d'Italia dove ormai la periferia ricca di verde e ben collegata con il centro ha sostituito il vero centro aggregativo originario. Scarso fermento, la sua povertà culturale, dove anche le sale cinematografiche smembrate non sono accessibili ai disabili, come il "Pentagono"!. Terni è una città che non ha potuto esprimere le sue potenzialità, gli anni dell'industria e Perugia hanno segnato culturalmente un territorio che ha dovuto rinunciare a orizzonti di sviluppo alternativi. La mentalità comune è rimasta ancorata ad una storia che sta cambiando e..... la possibile scomparsa della Provincia potrebbe diventare l'ultimo spartiacque di una città che vive una crisi profonda e non vede nessun uscita dal tunnel! Equilibri territoriali intoccabili a fronte di insostenibili conflitti istituzionali dove lo squilibrio dell' attribuzione di fondi, è pari alla differenza delle infrastrutture. E gli ospedali di serie A e serie B? Nel momento topico delle acciaierie, dove l'unica condizione è destinata a stringersi nei compromessi con i coreani e la riforma della sanità, inevitabilmente fuorviata da logiche politiche determinerà gli assetti..... si aggiungono i problemi insoluti e annosi della chimica, dell'ambiente, la crisi del commercio insieme alla trasformazione quasi antropologica del centro storico cittadino, l'incerto futuro del polo universitario con la faraonica struttura semi aperta rappresentano la nostra situazione emblematica!!! Le opportunità perdute dell' ex Cmm  e di Papigno fanno storia!!! Il quadro della crisi profonda dove tanti romani esausti di una città implodente vorrebbero risiedere nella conca.... se i treni funzionassero con orari regolari e confacenti!!! Il dibattito del nostro arcivescovo Paglia ancora risuona nelle menti che purtroppo non hanno memorizzato quello stimolo eccezionale rivoltoci per il futuro di cui potevamo riappropriarci!!! La mancanza di elaborare un nuovo modello di sviluppo, cosi' diverso da quello attuale, concentrato solamente sull'edilizia trascurando il verde, la cultura (volano per molte città), turistico ed ecologico ha fatto il resto!! Impotenza, indifferenza e assenza di movimenti rappresentativi dei cittadini  uniformatosi nell'incapacità della politica, impassibile davanti al declino del territorio e senza forza di reagire e... senza classe dirigente per ripartire!.
Con i negozi storici che chiudono, boutique solo cinesi e frutta low-cost; la periferia accentrata non ha compreso che un centro storico valorizzato e potenziato rende tutto più appetibile.La sperequazione dei fondi della sanità con Perugia pigliatutto e Terni raccoglitore di briciole fanno si che le eccellenze sono emigrate!. Il ricambio generazionale della classe politica e dirigenziale deve essere una legittima conseguenza di propositività degli amministratori regionali.
Il legame con la città e la Provincia.... quella voglia di riscatto, non rinnegando le origini e le radici della città ormai ancorata nella decadenza.
Una società, un 'economia, un territorio possono regredire per essere oggettivamente meno favoriti di altri grazie all' ignoranza della propria classe politica e per la mancanza di cultura imprenditoriale.   Un'espressione geografica governata in modo subdolo e ora palese, da una vera e propria specie dominante, non identificata con la classe sociale, con l'ambiente e non rispondente alla realtà; ormai arrogante sorride al destino amaro!. L'esercizio spregiudicato del potere dove i padroni, fanno il buono e il cattivo su ogni regola, interpretandola ad uso e consumo fine a se stesso, è privo di ogni progettualità e di prospettive. Cronicizzata nella società del suo sistema clientelare, lasciando quell'immagine esterna del nostro territorio non invitante, via gli operatori economici!. Trasparenza, regole uguali per tutti, seria tutela ambientale, cultura e l'indispensabile ricerca per lo sviluppo. L'anelito culturale è privo di grandi visioni dove lo stallo non è sinonimo di grigiore e stagnazione.... la mancanza di idee, l'inerzia operativa non sono le caratteristiche di Terni, l'atrofizzazione della comunità ha allontanato tutti!!!! Una situazione che ormai va stretta e rischia di piombare nel mondo dell'antipolitica. Se la situazione provinciale finirà con il pareggio dell'Asl sarà una magra consolazione dopo che ci hanno tolto tutto. La difesa aprioristica del territorio centro d'Italia? Interessi condivisi e l'emarginazione di Terni, solo il polo industriale tra tante lacrime può farci sorridere! Non mi sembra!!. Ripartire da zero con scatti d'orgoglio. Coscienza e consapevolezza anche nell'eccellenza con proposte di rinnovamento e di continuità. E' logica la politica della spending review con la semplificazione dell' abolizione delle province, ancora di salvezza del riequilibrio dei poteri a vantaggio di Terni e di tutta l'Umbria? Il consiglio regionale viene eletto sulla base delle'estensione del territorio e del numero degli abitanti delle due province, 650.000 contro 250.000, con eletti 23 a 7. Il rapporto di forza sproporzionato pesa prevalendo l'interesse di quello con maggior numero di eletti specialmente in un sistema elettorale con le preferenze. Se con una sola Provincia, la Provincia dell'Umbria avrebbe un unico collegio regionale, verrebbe eletto in consiglio regionale chi prenderebbe più preferenze all'interno di tutto il territorio. L'interesse di tutti e non più di pochi? Forse! La moralizzazione del rapporto tra eletto ed elettore, nelle decisioni politiche e amministrative selezionando i candidati in base alla loro capacità e non all'appartenenza territoriale. Stesse chance per tutti i territori? Il rapporto di forza tra i partiti immutato, ma all'interno delle singole liste cambierebbe. Le aspirazioni per i consensi aumenterebbero! Finirebbe quell'egemonia figlia del sistema elettorale, non solo per l'arroganza o per inefficienza dell'uno o dell'altro. Una centralità dell'Asl iniqua oggi sarebbe equa in futuro? Organizzare di nuovo la politica!. Regione e Provincia con compiti diversi, dove una legifera e l'altra ha i compiti di gestione non comprometterebbe nessuna coincidenza e la diminuzione dei consiglieri provinciali e di dirigenti inutili, è risparmio pubblico!!. Malizia, Cavicchioli e ora Agostini... come è possibile spostare d'imperio 22 comuni da una provincia all'altra?
L'equilibrio non in emergenza, il ragionamento degli accorpamenti come propose la Fondazione Agnelli in una possibile regione Umbro-Marchigiana delineava contrasti per diseguaglianze meno forti ma gestibili. Affinità, modello economico per la piccola impresa, università, policentrismo abitativo, montagna e collina e la complementarietà delle infrastrutture. Nel caso di accorpamento demandato alla Regione potrebbe diventare più semplice? Il conservatorismo di destra o di sinistra non può essere più accettato! Parliamo di rilancio invece di subire, deve essere l'unico obiettivo qualsiasi cosa succeda.

0 commenti inseriti:

Posta un commento

Commenta la polemica....

ranktrackr.net