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giovedì 3 gennaio 2013



Il 2013 si annuncia come un anno decisivo per le sorti della siderurgia nazionale. Il settore che sta vivendo un momento critico con le difficoltà congiunturali, dai nodi della politica industriale irrisolti fino alla futuristica svolta dei principali poli produttivi nazionali. Il rallentamento dell'economia mondiale e della recessione economica della zona euro ha sconvolto i mercati! I dati aggiornati di Federacciai parlano di una produzione di 25.513 migliaia di tonnellate nei primi 11 mesi del 2012, in calo di più di 1000 tonnellate. Sovracapacità produttiva e la produzione italiana di acciaio resta largamente al di sotto di almeno 10 punti percentuali rispetto al livello del 2007; mentre il consumo è sotto di circa 24 punti rispetto al periodo pre-crisi. Le esportazioni sono state determinanti per sostenere i cali dell'ultimo anno, la vendita all'estero si è dimostrata determinante. Nei primi 9 mesi l'export di prodotti siderurgici ha registrato un incremento dell' 8,6%, passando da 12,9 a 14 milioni di tonnellate. I piani sono cresciuti del 13,2, i lunghi del 14,5% e i tubi del 2,2%. Sull'incremento delle vendite estere di prodotti siderurgici ha avuto un peso specifico, il Nord Africa che dopo l'Unione Europea è il principale mercato di destinazione. Complessivamente nei 15 paesi storici dell' UE le vendite italiane di prodotti siderurgici sono diminuite dell'1,4%; mentre per i 12 paesi entrati più recentemente nell'unione sono aumentate del 27,9%. Incrementi dell'export anche nell'America del Nord ( +83,8%) e in Turchia (+33%). Nel 2013 i ricavi delle imprese sono previsti in ulteriore diminuzione, con l'inevitabile impatto negativo sulla redditività e conseguentemente sulla necessità di attuare interventi di ristrutturazione del settore, in attesa di adeguare le capacità produttive alla domanda reale di acciaio. E gli operai dell'Ilva? Aspettano una competitività concorrenziale sia per i contratti che per il mercato del lavoro, stabilità lavorativa con una adeguata politica di sostenibilità aziendale! Rallentamento generalizzato e motivato, della flessione del consumo apparente di acciaio in Italia. La volatilità dei prezzi e le tendenze speculatrici legate all'Ilva, le strategie sui trattamenti a caldo e a freddo per  il polo di Terni fanno il resto! E il ricorso alla Corte Costituzionale da parte della magistratura pugliese comporterebbe un ulteriore danno irreparabile... attenzione ad agire sulla pelle degli altri! Errori decennali da parte della politica, mancanze strutturali condivise e silenzi degli organi giudiziari per la salvaguardia della salute della gente ionica, non possono stravolgere un'intero sistema in un attimo e senza soluzioni. Se le dichiarazioni di Seitovirita al quotidiano ecomico tedesco Handelsblatt, numero 1 della multinazionale finlandese dell'acciaio Outokumpu, fossero confermate entro maggio il nostro sito avrà un nuovo proprietario. Garanzie e condizioni tutte da scrivere e intanto la manifestazione d'interesse della sudcoreana Posco torna d'attualità. Speriamo bene.

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