Ex politico, amministratore, dirigente e uomo di sport
di alessandro laureti
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La voce rotta di papà Massimo durante il suo intervento di ringraziamento nella sala consiliare di Palazzo Spada, le lacrime di nonna Dolores davanti alla targa in ricordo di nonno Ovidio ma soprattutto le tante, tantissime persone che si sono strette intorno alla mia famiglia per una giornata che nessuno di noi potrà dimenticare. “Campo di calcio Ovidio Laureti, eminente amministratore comunale dal 1956 al 1975 quanto dirigente ed uomo di sport operante sempre con lungimiranza e passione esemplari” recita la targa installata all'ingresso del rinnovato campo in erba sintetica in via Papa Benedetto III. A volere tutto questo è stato il presidente dell'Olympia Thyrus Sandro Corsi. Non avendo avuto la fortuna di conoscere nonno Ovidio personalmente mi sono sempre basato sui racconti di chi invece con lui ha condiviso un pezzo di vita. E giovedì a Palazzo Spada c'erano molte persone che hanno avuto modo di conoscerlo. C'era l'ex senatore Franco Giustinelli “abitavo nel palazzo difronte al suo. E' stato per me un amico oltre che una guida preziosa”, c'era Mario Andrea Bartolini “Ovidio era l'essenza dell'uomo della gente” e c'era chi come Franco Selvaggi lo ha conosciuto per quella che è stata la sua seconda passione dopo la politica: la Ternana. “Per me è stato un secondo padre. Un'estate mi ha addirittura portato con la sua famiglia al mare per Ferragosto perchè a Terni ero rimasto soltanto io”. A Selvaggi che dopo l'esperienza in rossoverde si è andato a conquistare il Mondiale di Spagna 82 il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha consegnato il Thyrus d'Oro simbolo di quella Terni che lo ha accolto da giovanissimo e lanciato nel mondo del grande calcio. “La figura di Ovidio Laureti è legata alla crescita sportiva della città – ha affermato Sandro Corsi – perchè nei suoi 20 anni da consigliere prima, assessore poi sotto tre sindaci diversi ha contribuito attivamente alla creazione degli impianti sportivi: la piscina dello Stadio, il Camposcuola, il palazzetto della Scherma e il Liberati. Per questo motivo abbiamo avvertito la necessità d'intitolare all'uomo della gente un campo da calcio che è della gente”.
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