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mercoledì 4 novembre 2015




Catturato a Terni il babyboss di Forcella, Pasqualino Sibillo. 

Nel pomeriggio, gli agenti del Servizio centrale operativo (Sco) della squadra mobile di Napoli, con il supporto della mobile ternana, hanno arrestato il Sibillo al termine di una lunga latitanza. 

Sibillo era ricercato perché ritenuto a capo di un cartello di famiglie che hanno smantellato il clan Mazzarella a Forcella. 

Un personaggio pericoloso sul quale ci sono indagini anche per gli agguati che hanno insanguinato il centro storico di Napoli.

I capi di imputazione a carico di Sibillo sono tentato omicidio, associazione mafiosa, traffico di droga ed estorsione.

Sibillo si nascondeva in un abitazione del centro città a casa di parenti che vivono a Terni originari della Campania. 

Il boss è stato fermato in auto. Sono in corso ricerche su fiancheggiatori e complici della latitanza. 
Il soggetto pare sia stato in contatto con persone detenute nel carcere di vocabolo Sabbione.

Sono anni che si parla di turismo carcerario e della connivenza tra familiari dei detenuti e gli stessi ristretti. Ce ne accorgiamo solo ora?


Le autorità nazionali dal Capo della Polizia Pansa, al ministro Alfano fino al Presidente del Consiglio si congratulano con le forze di polizia per l'operazione. 
Ma si congratulano di che cosa?

Basta ipocrisie, la nostra regione è stata riempita di soggetti indesiderati che hanno fatto comodo a qualcuno?
Appalti al massimo ribasso e manovalanza meridionale hanno dato il via alla distruzione della nostra comunità.


L'Italia non è il paese degli impuniti #Orgogliopaese, ma chi ha permesso di riempire il carcere di Terni di detenuti As3 (soggetti con associazione a delinquere)?

La "latitanza" delle autorità politiche e la sottovalutazione del problema da parte del Prefetto e del Primo cittadino, perché da aprile 2014 nessuno se ne è mai interessato?

Terni ai più risulta una città tranquilla, ma dietro la quiete ci sono organizzazioni criminali e familiari al seguito che infiltrano e permeano il nostro tessuto sociale.

Dal Clan Baldassarre, Gallo, Memole, Giuliano fino al clan Schiavone il carcere di Terni è al completo per famiglie di generazione di criminali, solo per citarne alcune.
E' forse il carcere il nostro fiore all'occhiello?

E' questo che fa parte del famoso "Patto Terni città Sicura"?

A Terni sparirà, con la riforma Del Rio, l'ispettorato del Lavoro, la Camera di Commercio, la Provincia e speriamo non la Prefettura, unico baluardo di sicurezza, come ha promesso il Sottosegretario all'Interno Bocci. 

Vogliamo crederci?


L'allarme è stato lanciato a più riprese da una molteplicità di soggetti ma non è stato preso in considerazione da nessuna autorità.


Il grazie da cittadino lo rimando tranquillamente al mittente, la serenità della città vale più di disegni orditi che per interessi meritori portano i detenuti eccellenti a Terni.














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