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sabato 21 novembre 2015



E' previsto per questa mattina lo svolgimento di un summit, presso la sede della Giunta Regionale dell'Umbria, tra i governatori di Umbria, Marche e Toscana.

L'incontro ha lo scopo di avviare una riflessione sull'integrazione dei servizi e la riforma dell'assetto regionalista dello Stato, ragionando sulle prospettive relative alla creazione di una nuova macroregione che si estenda dal Tirreno fino all'Adriatico, come proposto dal Presidente della Regione Toscana Rossi.

Del resto, il dibattito sulla formazione di nuove macroregioni è vivo già da diversi mesi e sul tema esiste un dossier del governo ed una proposta di legge formulata dai parlamentari del PD Morassut e Ranucci.

La proposta di cui aveva parlato nei giorni scorsi il Governatore della Toscana è quella di giungere ad un "regionalismo differenziato" che dopo il referendum confermativo della legge di riforma costituzionale possa tradursi in un percorso di politiche comuni e fusioni di servizi.

Il summit odierno si innesta dunque nell'ambito di una discussione di carattere nazionale, vista la volontà non nascosta del governo Renzi di procedere, in ottica di spending review e razionalizzazione dei servizi, alla riduzione delle regioni da 20 a 12.

Quello su cui non appare esservi ancora chiarezza è la composizione territoriale delle nuove macroregioni; la proposta di legge del PD prevedeva infatti la creazione di una macroregione "appenninica" composta da Umbria, Toscana e la provincia di Viterbo, diversamente da quanto proposto nel summit odierno presso la Giunta Regionale dell'Umbria, nel quale la nuova articolazione territoriale includerebbe le Marche e non la provincia laziale.

Quello che è certo è che il concetto di regione come riunione di luoghi aventi un' affinità storica, economica e sociale, già peraltro discutibile nella composizione attuale di alcune Regioni, verrebbe definitivamente meno, trattandosi nella realtà di procedere all'unificazione amministrativa di territori aventi ben poche caratteristiche comuni.

Inoltre, non si possono non rilevare anche i problemi "logistici" che la nuova macroregione potrebbe comportare, immaginando i tempi e gli spostamenti necessari per raggiungere il nuovo capoluogo di regione (che sarà quasi certamente Firenze) dalle Marche o dall'Umbria meridionale.



Non si tratta di far altro che attendere per verificare se come appare probabile, dopo quanto avvenuto con le Province, il processo di riforma investirà anche le Regioni e quali saranno gli accorpamenti ed i nuovi confini che le scelte politiche determineranno.

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