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giovedì 1 febbraio 2018


Simona Angeletti torna dopo quattro anni a Terni con un progetto espositivo a cura di Franco Profili e con testo critico di Davide Silvioli in un catalogo che è lavorato per essere esso stesso opera d’arte dello Zoo di Simona, è l’artista ternana, sognatrice, ironica che sembra essere, ai più, fuori degli schemi tradizionali ma che invece ama essere “tranquillamente normale”.

Una mostra che raccoglie i recenti lavori sui temi del “Cuore” e dei “SuperEroi” che raccontano il mondo e la storia dell’artista fatti di animali senza gabbia e umani quasi assenti, se non sotto forma di supereroi e sorrisi. “Appunti di una storia” è il titolo della mostra in programma dal 9 febbraio al 9 marzo al Mishima in via del Tribunale 9, all’interno di Arte(z)Za, la nuova rassegna periodica del Mishima dedicata all’arte e alle arti. Arte vista da diverse altezze e nelle sue differenti articolazioni. Pittura, scultura, fotografia, illustrazione, fumetto, 3D e tutta la nuova generazione di arti contemporanee. 
Ogni mese sui muri del Mishima si alternano, infatti, artisti locali e non ai quali viene chiesto di realizzare un pezzo unico per il locale o almeno di provarci. E stavolta è la volta di Simona Angeletti.I miei appunti pop dell’ultimo anno tra figli che crescono e bisogni che mutano”, è questo il sunto dell’opera di Lozoodisimona di Simona Angeletti che anche stavolta sa trasformare in immagine le emozioni che escono non solo dal cuore ma anche dalla mente e dallo stomaco. 

“A proposito delle forme ‘cuore’ – scrive Franco Profili – e in particolare il significato di quelle mani che emergono dal groviglio delle braccia, sospese in aria come antenne, nel chiaro tentativo di comunicare e scambiare messaggi, appena le ho viste ho subito pensato ad un duro e commovente lavoro fatto per noi nel 2010 della carissima Maimuna Galgano. Anche lì mani, ma un mare di mani (e il riferimento al mare non è affatto casuale) fatte con i guanti usa e getta riempiti di lana presa dai vecchi materassi buttati al macero. 
Un lavoro quello della piccola-grande donna pakistana di amore assoluto per la vita che la nostra Simona trasporta su un piano personale, piccolo, davvero piccolo nelle misure ma eguale per la intensità dei contenuti. 
Le sue mani (due, di un solo individuo, e non di una moltitudine come quelle di Maimuna) raccontano dell’urgenza di confronto con gli altri, del bisogno di toccare ed essere toccati, hanno (forse) il sapore di personali richieste d’aiuto e oggi, a distanza di soli sette anni da quelle lavorate da Maimuna, sanno tanto della condizione di ognuno di noi, di quelli che fino a poco tempo fa erano i fortunati abitanti della parte ricca di questo pianeta. 

I SuperEroi di Simona sono quelli che colorano i muri, le piazze, i grigi sottopassi e cambiano la vita ai palazzi dalle facciate spente e sono quelli che in silenzio e senza clamore raccolgono, per ridistribuirli a chi ne ha bisogno, le migliaia di tonnellate di beni che quelli tanto bravi giornalmente buttano. Insomma sono i tanti invisibili che a questo strano mondo non fanno notizia e audience”. 

“L’esperienza artistica di Simona Angeletti – afferma Davide Silvioli – trova un imprescindibile punto di confronto e maturazione proprio dal rapporto con contesti della fattispecie. Numerosissimi sono i suoi murales disseminati in aree dismesse del ternano e non solo, per la cui realizzazione l’artista ha seguito una sorta di pratica relazionale, e di un’estetica nuova per spazi e strutture altrimenti condannate a sopravvivere alla loro stessa immanenza o, più semplicemente, al funzionalismo insapore. 
Il potenziale creativo insieme al registro visivo dell’artista, si definiscono con ancora maggiore nitidezza con l’esposizione delle due serie oggi in mostra: quella dei Cuori e quella dei SuperEroi”.


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