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sabato 14 aprile 2018


È compito delle istituzioni lavorare per rendere le città più sicure, ma dobbiamo anche lavorare per ridare fiducia ai cittadini, colmando il gap fra situazione reale e sicurezza percepita. Per questo abbiamo bisogno di ripensare il modo di lavorare insieme, con un’interazione più forte tra i soggetti a vario titolo interessati al problema, forze dell’ordine, Regione, Comuni, Terzo Settore, partendo dalla co-progettazione degli interventi, per giungere alla co-responsabilizzazione e alla co-produzione della sicurezza e di cui la ‘sicurezza partecipata’ rappresenta solo il primo passo”. 

Lo ha sottolineato il vicepresidente della Regione Umbria con delega alla Sicurezza urbana, Fabio Paparelli, che venerdi' a Terni ha introdotto e coordinato i lavori del seminario su “Città e legalità”, organizzato dalla Regione Umbria in collaborazione con la Scuola umbra di amministrazione pubblica e con il patrocinio del Forum italiano per la sicurezza urbana. Presenti rappresentanti delle Forze dell’ordine (con i comandanti provinciali dei Carabinieri di Terni, colonnello Davide Rossi, e della Guardia di Finanza, colonnello Massimiliano Giua),  Comandanti e Agenti di Polizia locale, funzionari di Prefetture ed Enti locali, Terzo settore. A portare i saluti istituzionali, i prefetti di Perugia e Terni, Raffaele Cannizzaro e Paolo De Biagi, e il presidente dell’Anci (Associazione nazionale Comuni) Umbria, Francesco De Rebotti. “La Regione Umbria è entrata a far parte al Forum europeo e al Forum italiano sulla sicurezza urbana – ha ricordato Paparelli, che rappresenta la Regione nei comitati esecutivi dei Forum – e abbiamo già attivato uno scambio di buone pratiche ed esperienze che rafforzeremo anche per offrire ulteriori momenti formativi e irrobustire le nostre politiche per la maggiore sicurezza della comunità e una migliore qualità della vita. 

Politiche che necessitano di un approccio integrato e di un lavoro congiunto più stringente”. “Benché sia ancora attuale – ha aggiunto – vogliamo procedere a una revisione della legge regionale sulla sicurezza urbana, la 13 del 2008, anche alla luce della recente evoluzione della normativa nazionale. Per questo coinvolgeremo tutti i diversi soggetti cui competono gli interventi, oggi presenti a questo seminario formativo e informativo con cui abbiamo voluto condividere riflessioni e analisi sulla situazione in Umbria e in Italia, su tendenze e scelte”.  “È necessario conoscere il contesto: la Regione Umbria – ha detto ancora il vicepresidente Paparelli - si è dotata nel tempo di un sistema strutturato di analisi ed approfondimento in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia. 

Abbiamo affrontato il problema partendo appunto da un costante monitoraggio dell’andamento della criminalità denunciata e conseguentemente analizzando il sentimento di insicurezza dei cittadini umbri che, dobbiamo dire, rimane elevato”.  “Indubbiamente – ha sottolineato - non è sufficiente registrare il calo dei reati per rendere il cittadino più sicuro, se poi il quartiere in cui abita è segnato da uno stato di abbandono e di degrado o se vive in un clima di incertezza, paura e angoscia. È nostro compito reagire producendo senso aperto al futuro, per ricreare fiducia nelle persone affinché possano riappropriarsi dei propri spazi. È l’obiettivo cui dovrà concorrere anche la nuova legge regionale in materia”. Delle “quattro linee di azione” su cui si basa la “sfida” della sicurezza ha parlato il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro: lotta alla criminalità organizzata, microcriminalità, sicurezza urbana e percezione della sicurezza fra cui “la vera sfida che ci viene posta è quella della sicurezza urbana, per la quale è necessaria la condivisione di tutte le politiche”. Il Prefetto di Terni, Paolo De Biagi, ha evidenziato, come “i dati sulla criminalità denunciata ci dicono che la situazione è in miglioramento, con una contrazione del numero dei reati a livello nazionale come in Umbria e in provincia di Terni, anzi più accentuata, ma anche la paura dei cittadini ha diritto di cittadinanza. Vanno considerati insieme sicurezza reale e percepita, come si fa nell’incontro di oggi, e partire da qui quale strumento base per l’operatività volta a garantire la sicurezza richiesta”.  

Il presidente dell’Anci regionale, De Rebotti, che ha ringraziato tutte le forze dell’ordine e per l’opera quotidiana svolta sul territorio. A riflettere sulle tematiche della sicurezza urbana nello scenario italiano è intervenuto Gian Guido Nobili, coordinatore del Forum italiano per la sicurezza urbana,  che ha illustrato la situazione rispetto all’andamento della criminalità in Italia e la percezione di insicurezza.  Stefano Anastasia, docente del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, ha presentato i dati relativi all’approfondimento sulla situazione regionale effettuato su incarico della Regione Umbria e relativa ai dati ufficiali degli anni 2010-2016. “Negli ultimi tre anni – ha rilevato – c’è un calo degli episodi di criminalità ed è un fatto positivo, ma va accompagnato da attenzione e monitoraggio costanti anche in considerazione del livello di apprensione che c’è da parte dei cittadini. Gli unici dati in controtendenza sono quelli relativi a truffe e frodi informatiche e alle denunce per estorsione, un reato – quest’ultimo – che, come rilevato dal Ministero dell’Interno, può indicare una possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata e quindi richiede particolare attenzione”.  
  

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