A due settimane dall'elezione del nuovo Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Terni, lo stesso potrebbe già considerarsi decaduto a seguito delle dimissioni di sei consiglieri su undici totali.
Le dimissioni della maggioranza dei consiglieri appena eletti sono causate dalla spaccatura che si è verificata nella giornata di ieri nella prima riunione convocata per l'elezione del nuovo Presidente.
A sorpresa, infatti, deviando da una prassi assolutamente consolidata e quasi mai derogata, non era stato eletto Presidente il consigliere più votato, ovvero l'Avv. Fabio Lancia, bensì l'Avv. Stefania Cherubini ed erano state inoltre attribuite ad altri due consiglieri le cariche di Segretario e Tesoriere.
Nella votazione per l'elezione del Presidente i Consiglieri Lancia e Cherubini avevano riportato 5 preferenze a testa, alle quali si era aggiunta un'astensione, ma a prevalere sarebbe stata l'Avv. Cherubini per una maggiore anzianità d'iscrizione all'Albo.
A seguito della votazione l'Avv. Lancia ed altri 5 Consiglieri, costituenti la maggioranza, hanno emesso un comunicato stampa nel quale affermavano di aver assunto la sofferta decisione di rassegnare le dimissioni alla luce della decisione di parte del Consiglio di attribuire le cariche in totale difformità rispetto alle chiare indicazioni offerte dagli iscritti ed emerse dalla tornata elettorale.
Il venir meno per effetto delle dimissioni della maggioranza degli eletti al Consiglio dell'Ordine non può che condurre alla decadenza dello stesso, con successivo probabile commissariamento.
Da parte di chi scrive il presente articolo, iscritto all'Ordine degli Avvocati di Terni da oltre 17 anni e partecipante alla votazione per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, non si può che condividere in maniera piena la decisione assunta dal Collega Avv. Fabio Lancia e dagli altri Consiglieri dimissionari, risultando evidente che la mancata elezione alla carica di Presidente del Consigliere più votato rappresenti un tradimento della volontà democraticamente espressa dagli iscritti all'Ordine degli Avvocati, derogando inoltre ad una prassi che era stata praticamente sempre rispettata dai precedenti Consigli dell'Ordine eletti.
Sarebbe auspicabile che chi ambisce alla carica di Presidente ed a rappresentare gli iscritti, invece di accusare il Consigliere più votato di personalismi, si adoperi legittimamente nelle prossime tornate elettorali per ottenere il necessario consenso, perchè altrimenti quanto accaduto non può che essere attribuito a "manovre di palazzo" che nulla dovrebbero avere a che vedere con l'elezione del Presidente di un Ordine Professionale.
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