di Andrea Liberati-Italia Nostra Terni
Dalla Regione Umbria al Comune di Terni, da almeno 25 anni fioccano variopinte idee (inutili, vista la normativa sugli Aiuti di Stato) per fornire energia a basso costo alle Acciaierie.
Ecco la sequenza cronologica delle tante fantasie espresse finora, notando l'ulteriore sforzo di immaginazione degli ultimi tre anni:
1) 2004, una centrale a turbogas da 800 MW a San Liberato;
2) 2014, una centrale a turbogas da 100 MW "dentro" Viale Brin;
3) 2022, "una grande centrale a idrogeno per AST" (dichiarazione presidente Tesei, 18 febbraio di quell'anno);
4) 2024, 'piccoli' reattori nucleari -ma di quarta generazione, che ancora non esiste
5) 2024-2025, l'idroelettrico, con numerose suppliche a ENEL;
6) 2025, l'energia a turbogas dalla centrale Edison;
I politici sembrano impotenti energy manager di una sola industria (è anche quello il problema), come se la questione bollette fosse soltanto del signor Arvedi, in Umbria e in Italia.
E le famiglie, l'artigiano, il commerciante, il professionista, il disoccupato, il pendolare? Figliastri incapaci di alzare la voce con la politica: infatti subiscono, pagando e basta. E' la prosecuzione inesorabile di oltre un secolo di sottocultura del ferro: non l'Università, non il tech, non il futuro, non il tantissimo altro, ma la logica italianissima del tirare a campare con quel che c'è, in una totale sottomissione della politica a una vecchia azienda, messa a rischio da contingenze fatali, inclusa la rigida normativa europea. Inchiostro infinito e bit su bit sprecati su un vuoto pneumatico ben fritto, come accaduto per ben tre anni col fantomatico Accordo di Programma: e chi prova a sollevare ovvie obiezioni anzitutto sui contenuti (tuttora ignoti), non ha cittadinanza: il depensamento siderurgico non tollera riflessioni. Cambiano le facce in politica, ma il messaggio è univoco, insistendo nella presunta funzione salvifica di ferraccio & affini, nonostante i danni incommensurabili nella Conca, danni culturali (e ambientali e sanitari ed economici) che rimarranno per generazioni, anche quando, un giorno non lontano, si spegnerà inesorabilmente un forno, poi l'altro e qui resteranno decine e decine milioni di tonnellate di rifiuti tossici industriali, oltre al deserto del pensiero. E' già accaduto, non solo con la chimica. Fate dunque un fischio quando avrete intenzione di lavorare per tutti gli altri.
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