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domenica 6 maggio 2012


 AUTONOMIA DEBOLE

Era il 17 novembre del 1860 e il marchese Pepoli, commissario straordinario delle provincie umbre raggiunse Vittorio Emanuele II a Napoli dove gli presentò i risultati del plebiscito con cui l’Umbria strappata allo Stato pontificio dall’esercito sabaudo; sancisce la sua volontà di entrare nel Regno di Piemonte e Sardegna. Tratto nel quarto volume della Storia di Terni con la conquista dell’Umbria da parte dei Savoia il 20 settembre del 1860 iniziarono tutte quelle procedure burocratiche e politiche che porteranno alla nascita del Regno d’Italia. Dopo l’elezione dei Consigli comunali dell’Umbria venne istituita la Provincia di Perugia e intanto Cavour aveva ordinato di requisire tutti i beni ecclesiastici e buona parte delle chiese diventarono caserme. I 6 circondari dell’Umbria Perugia, Spoleto,Rieti,Foligno,Terni e Orvieto vennero riuniti in un’unica macroprovincia che prende il nome del capoluogo, ufficialmente l’Umbria è la Provincia di Perugia. Passano gli anni ma i ricorsi storici si ripropongono…. .La sopraffazione sulle città umbre orgogliose dei suoi usi e costumi e della loro municipalità fu altissima, ma le proteste minime con le sole eccezioni nell’Alto Tevere come Città di Castello e Spoleto. Le elezioni del 23 novembre a Terni vedono la partecipazione di soli 137 votanti con quattro ternani che entrano nel consiglio provinciale( membri del comunale uscenti) e alla fine chi non accettava la centralità dispotica di Perugia si trincerava nel rifiuto all’appartenenza umbra. Le velleità secessionistiche trovarono solamente Rieti ad implodere, che chiese attraverso un’istanza il distacco per costituire autonoma provincia comprendendo Terni e Cittaducale (appartenente all’Aquila). Con la riserva di ricostituire l’antica provincia Sabina, Rieti si autoescluse nell’annessione con Terni  e con un voto definitivo rimase in attesa di essere inclusa nella provincia di Roma, capitale del Regno.  A fine dicembre iniziarono a preparare le elezioni per l’unità del 1861. L’autonomia poi “acquisita” è restata sempre in bilico, il dispotismo e la maggiore organizzazione del perugino  non ha niente a che vedere con la mediocrità decisionale ternana. Siamo e saremo sempre un sobborgo perugino, ma nell’era del professor Monti tutto è possibile sia per il cambiamento delle leggi che nell’iter per le riforme costituzionali. Alla fine dei conti non è indicato parlare di campanilismo implicito ma di perdita della nostra dignità e dell’ orgoglio come capoluogo di provincia. Ma sempre secondi resteremo…… . Nella diaspora calcistica almeno per ora siamo avanti!!! Comunque la manovra finanziaria del Governo pone sempre quel grandissimo rischio  da confermare per il piano di dimagrimento che vedrebbe includere Terni!!!! Le 29 prefetture a rischio nella contestata norma dell’articolo 15 del decreto legge che sopprimerebbe le Province con meno di 300mila abitanti e 3 mila chilometri quadrati di superficie, determina la soppressione degli uffici territoriali del Governo aventi sede nelle province stesse. Il censimento d’autunno ci dirà quali saranno le province menzionate nel decreto del ministero degli Interni ( 20,25% delle prefetture), con la creazione di un unico ufficio per tutte le rappresentanze locali dello Stato. Prepensionamenti e scivoli all’orizzonte….. la solita dinamica italiana dove si parla di risparmi per nuove assunzioni e ci si dimentica che le pensioni poi dovranno essere elargite!!!  La spending review potrebbe aver già perso in partenza.


1 commento:

  1. SI POTREBBE FARE UNA PROVINCIA-REGIONE CON TARGA UM ?? GRAZIE SALUTI CIAO GIORGIO

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