AUTONOMIA DEBOLE
Era il 17 novembre del 1860 e il marchese Pepoli,
commissario straordinario delle provincie umbre raggiunse Vittorio Emanuele II
a Napoli dove gli presentò i risultati del plebiscito con cui l’Umbria
strappata allo Stato pontificio dall’esercito sabaudo; sancisce la sua volontà
di entrare nel Regno di Piemonte e Sardegna. Tratto nel quarto volume della
Storia di Terni con la conquista dell’Umbria da parte dei Savoia il 20
settembre del 1860 iniziarono tutte quelle procedure burocratiche e politiche
che porteranno alla nascita del Regno d’Italia. Dopo l’elezione dei Consigli
comunali dell’Umbria venne istituita la Provincia di Perugia e intanto Cavour
aveva ordinato di requisire tutti i beni ecclesiastici e buona parte delle
chiese diventarono caserme. I 6 circondari dell’Umbria Perugia,
Spoleto,Rieti,Foligno,Terni e Orvieto vennero riuniti in un’unica
macroprovincia che prende il nome del capoluogo, ufficialmente l’Umbria è la
Provincia di Perugia. Passano gli anni ma i ricorsi storici si ripropongono….
.La sopraffazione sulle città umbre orgogliose dei suoi usi e costumi e della
loro municipalità fu altissima, ma le proteste minime con le sole eccezioni nell’Alto
Tevere come Città di Castello e Spoleto. Le elezioni del 23 novembre a Terni
vedono la partecipazione di soli 137 votanti con quattro ternani che entrano
nel consiglio provinciale( membri del comunale uscenti) e alla fine chi non
accettava la centralità dispotica di Perugia si trincerava nel rifiuto
all’appartenenza umbra. Le velleità secessionistiche trovarono solamente Rieti
ad implodere, che chiese attraverso un’istanza il distacco per costituire
autonoma provincia comprendendo Terni e Cittaducale (appartenente all’Aquila).
Con la riserva di ricostituire l’antica provincia Sabina, Rieti si autoescluse
nell’annessione con Terni e con un voto
definitivo rimase in attesa di essere inclusa nella provincia di Roma, capitale
del Regno. A fine dicembre iniziarono a preparare
le elezioni per l’unità del 1861. L’autonomia poi “acquisita” è restata sempre
in bilico, il dispotismo e la maggiore organizzazione del perugino non ha niente a che vedere con la mediocrità
decisionale ternana. Siamo e saremo sempre un sobborgo perugino, ma nell’era
del professor Monti tutto è possibile sia per il cambiamento delle leggi che
nell’iter per le riforme costituzionali. Alla fine dei conti non è indicato
parlare di campanilismo implicito ma di perdita della nostra dignità e dell’
orgoglio come capoluogo di provincia. Ma sempre secondi resteremo…… . Nella
diaspora calcistica almeno per ora siamo avanti!!! Comunque la manovra
finanziaria del Governo pone sempre quel grandissimo rischio da confermare per il piano di dimagrimento
che vedrebbe includere Terni!!!! Le 29 prefetture a rischio nella contestata
norma dell’articolo 15 del decreto legge che sopprimerebbe le Province con meno
di 300mila abitanti e 3 mila chilometri quadrati di superficie, determina la
soppressione degli uffici territoriali del Governo aventi sede nelle province
stesse. Il censimento d’autunno ci dirà quali saranno le province menzionate
nel decreto del ministero degli Interni ( 20,25% delle prefetture), con la
creazione di un unico ufficio per tutte le rappresentanze locali dello Stato.
Prepensionamenti e scivoli all’orizzonte….. la solita dinamica italiana dove si
parla di risparmi per nuove assunzioni e ci si dimentica che le pensioni poi
dovranno essere elargite!!! La spending
review potrebbe aver già perso in partenza.
SI POTREBBE FARE UNA PROVINCIA-REGIONE CON TARGA UM ?? GRAZIE SALUTI CIAO GIORGIO
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