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sabato 5 maggio 2012



L'eredità lasciata in consegna dalla precedente amministrazione penitenziaria e comunale vedrà l'apertura alla fine dell'estate, presumibilmente a settembre. Una struttura su quattro piani dove dovrebbero risiedere su ogni cella tre detenuti a fronte di diciassette stanze disponibili per piano. Il totale è cinquanta detenuti per piano, non considerando quella destinata a portatori d'handicap, per un totale di circa duecentoquattro ospiti. La cifra potrebbe salire se diventeranno quattro a cella per un totale di duecentosettanta e a trecentoquaranta se saranno cinque unità. Si è parlato di As, As2, detenuti comuni e con detenzione superiore ai tre anni ma al momento nell'assegnazione la tipologia è sconosciuta. Gli sprechi di denaro pubblico sono stati enormi, come le consulenze esterne prestate anche da vecchi dirigenti in regime pensionistico per migliaia di €. Sarà necessario evitare il decongestionamento, regolando un afflusso non indiscriminato nell'assegnazione di altri detenuti; provvedendo alla ristrutturazione della vecchia e insalubre struttura piano per piano con tempi da scandire per evitare il nuovo sovraffollamento. Interventi doverosi per rendere agevole e umano il lavoro di chi quotidianamente vi presta servizio e necessario per la vita dello stesso recluso nel rispetto dell'igiene personale. La territorialità della pena tanto annunciata dalla presidente della nostra Regione e dallo stesso Governo non ha mai avuto politiche in seguito e lo stesso Provveditorato Regionale dell'Umbria, organo decentrato della polizia penitenziaria, è quasi un anno che non convoca le parti sociali per parlare delle problematiche penitenziarie. Al carcere di Terni il 40% di presenze è di provenienza meridionale (specialmente dalla Campania),  più del 50% comprende extracomunitari e stranieri mentre di umbri se ne contano sulla punta delle dita. Intanto da giugno sarebbe preventivata la chiusura del reparto 41 bis a Terni, ufficiosa ma non uffciale sempre per la mancanza del personale da destinare in Sardegna. Tali detenuti a fronte di numerose inchieste hanno profondamente inciso sulla morfologia e sull'infiltrazione delle associazioni a delinquere in tutta la Regione e specialmente il clan dei Casalesi nella Provincia di Terni. Tutti i fondi spesi per la massima sicurezza di soggetti pericolosi hanno portato solamente a Terni la delinquenza con la "A" maiuscola! In vista di una  riorganizzazione e di una razionalizzazione del lavoro della giustizia (spending review) con la possibile chiusura degli uffici giudiziari di Orvieto, potrebbe tornare d'attualità la chiusura della struttura penitenziaria di Orvieto con personale da utilizzare per Terni. Tornando al futuro la direzione ternana e lo stesso comandante a fronte degli ottantotto persone richieste sono in attesa della conclusione a luglio dei corsi per vedere quanti sono destinati al carcere di Terni. Il Dirigente sanitario è stato più volte sollecitato dalla direzione nella richiesta di personale infermieristico, insufficiente per le unità ed inidoneo per come è gestito. Due contratti a tempo indeterminato, tre pensionati con partita Iva e consulenze temporanee per due mesi, inadeguato. Le nuove esigenze imporranno regolarità nei servizi e nelle prestazioni, non con la superficialità come fin d'ora l'Asl è intervenuta. Le istituzioni sono invitate ad intervenire nel merito e nelle opportune sedi per ovviare a possibili problematiche ed a impatti sociali devastanti non preventivati. Terni,  per l'ennesima volta dovrà diventare il contenitore di un ricettacolo di delinquenza a custodia!!!  E' ora che la cittadinanza capisca che anche questo è un danno di immagine ed economico che la vecchia amministrazione ci fa subire passivamente e non sarà indolore.!!!

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