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lunedì 7 gennaio 2013


Anche per quest'anno il sondaggio di Ipr Marketing sul consenso ai sindaci e ai presidenti di regione, insegna che la crisi economica che ha colpito duro gli enti locali ha messo in discussione gli antichi equilibri e obbligato a riconsiderare innumerevoli criteri amministrativi. Una classe dirigente territoriale è sotto pressione più dei politici a livello nazionale. E il nostro sindaco che nella conferenza di fine anno snocciolava i dati positivi su Terni, commenterà la sua posizione in termini di consenso? Giudizi, pregiudizi su come vengono amministrati i nostri enti locali, dovranno essere confermati dalle prossime tornate elettorali. A livello nazionale gli scandali non hanno delegittimato le persone sotto indagine o le regioni coinvolte, i cittadini hanno memoria corta!! Se l'intero impianto del decentramento regionale andrà rivisto nella prossima legislatura rendendolo più vicino al cittadino e in grado di erogare servizi a costi contenuti, con meno sprechi palesi; ora bisognerà rimboccarsi le maniche. Se a metà della legislatura regionale otto presidenti, tra cui quello dell'Umbria, godono di una soglia di fiducia che potrebbe garantire la nuova rielezione, per i sindaci delle due province la situazione è ben diversa! Mantenere l'assetto istituzionale, ma innovare e sopperire ai mastodontici errori, questo è l'antidoto del fare? Non più un federalismo retorico, fruitore di centri di potere, ma sensibile alle esigenze dei cittadini. E nel sondaggio per gli amministratori comunali hanno inciso i fatti e determinate circostanze; premiando l'affezione alla propria città, un duro lavoro sul territorio. Occuparsi della propria città va al di sopra di qualsiasi sentimento politico, impegnarsi e dimostrare che il primo cittadino tiene al benessere della collettività.. e proprio il sindaco di Firenze, troppo impegnato con le primarie, con margini comunque che permetterebbero la rielezione, ha visto una leggera disaffezione da parte del suo elettorato. Insomma Di Girolamo si attesta al 70° posto con - 3% rispetto al consenso del giorno dell'elezioni alla pari con Roma, Brescia, Verbania ed Enna ma con differenze di valutazione intrinseca. Il paragone è con il punteggio realizzato nell'elezione e si può restare ai piani alti della graduatoria anche con qualche punto in meno del favore della popolazione, ma solo se l'elezione era avvenuta con percentuali altisonanti. La domanda posta è voterete nuovamente lo stesso sindaco o presidente?  Comunque i nostri cugini di Perugia hanno fatto peggio ed insieme ad Ascoli Piceno, si attestano all' 81° posto. Due città da rivedere? In termini di sviluppo economico e di sicurezza, certamente.

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