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venerdì 29 marzo 2013


La città d'arte e storia, la città dell'accoglienza e degli studenti stranieri è sempre più a rischio identità. Dal 2012 a Perugia si sono verificati 6 delitti e nel 2011 sono morti 28 tossicodipendenti.
Il giorno della non assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito coincide con un nuovo omicidio a Perugia. La sicurezza delle nostre città umbre, ormai svilite nel proprio essere da una criminalità dilagante, con boom dei furti negli appartamenti e la ripresa dei furti d'auto e nelle banche, dimostrano l'inequivocabile segnale del disagio della crisi economica. I 1700 circa reclusi dell'Umbria hanno generato un impatto devastante sulla nostra Regione, da isola felice con bassa microcriminalità si è trasformata come soggiorno obbligato di criminali che vi prendono dimora e vi si stabilizzano con le proprie famiglie per continuare a delinquere. La ricostruzione post-terremoto con l'infiltrazione criminale senza controllo di ditte unicamente meridionali, il 41 bis di Spoleto poi instaurato anche al carcere di Terni, hanno consentito l'allargarsi a macchia d'olio di un sistema ormai consolidato.

L'istituzione a Terni della SUA (Stazione unica appaltante), che avrà sede presso la Provincia di Terni prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30giugno 2011, nell'ambito del piano straordinario contro le mafie e prevenzione negli appalti pubblici superiori ai 150mila € e ai servizi superiori a 100mila,  è essenziale e permetterà di assicurare trasparenza e risparmio nei contratti pubblici, uno strumento di supporto al Cles per il lavoro emerso e un mezzo contro l'illegalità diffusa e generalizzata. Sarà importante contrastare anche le scelte dall'alto dei ministeri romani, troppo spesso giudicate ininfluenti per la sicurezza dei territori istituendo una sotto-commissione specifica per le altre infiltrazioni mafiose.

 Una speculazione solamente per interessi ludici. Il crescente numero di detenuti che hanno portato al "collasso" degli istituti umbri che in poco più di tre anni hanno visto più che raddoppiare la presenza con costruzioni di istituti per esigenze di altre regioni, hanno "deturpato" la nostra vivibilità. "Lo specchio della società è ormai lo specchio del carcere". Territorialità della pena e rispetto per un'area che sta diventando "il concentramento della delinquenza".

Intanto a Terni, dopo la parziale apertura del nuovo Carcere,  la situazione si evolve, in attesa di sapere che fine faranno i soggetti sottoposti al 41bis (verranno trasferiti o diventeranno parte integrante degli istituti con personale che potrebbe entrare nello stesso quadro permanente) con un personale che rischia di rimanere definitivamente sotto organico.
Spoleto, invece si prepara ad accogliere una nuova sezione destinata a detenuti con problemi psichiatrici mentre a Terni si sta mettendo a punto una sezione riservata agli ex As2, ex brigatisti (per la precisione 9 che verranno trasferiti dal carcere di Carinola).

Mercoledi scorso il dott.Pagano Vice capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha incontrato a Perugia presso il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria le rappresentanze delle direzioni regionali per illustrare i nuovi circuiti regionali (vigilanza dinamica escludendo le responsabilità del custode), ma alle domande sul futuro dei nostri penitenziari ha risposto seccamente che le decisioni vengono prese da Roma. La sicurezza delle nostre città dipende dalle istituzioni e non solo da "qualcuno", l'assenza di interventi da parte di dirigenti non locali che sentono il territorio proprio e da politiche di interessi che negano l'evidenza hanno rovinato la nostra tranquillità.

Non vogliamo creare nessun allarmismo, ma la realtà dei fatti è proprio questa, il cittadino merita di sapere che nessuno si interessa al destino della città. La politica deve alzare la voce, il grido d'allarme ormai è continuo, la nostra Regione è al capolinea sotto tutti i punti di vista e solo tutti insieme possiamo reagire a logiche sconsiderate e inopportune.

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