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domenica 22 settembre 2013



Tra i lavoratori della Sangemini in concordato preventivo la tensione resta alta. Venerdi' dal tavolo convocato in Regione alla presenza di sindacati, vertici istituzionali e proprietà, è emersa la disponibilità da parte delle banche creditrici (in primis l'Unicredit) a verificare la fattibilità di un piano industriale di rilancio da parte della stessa attuale proprietà. Solo in questo modo, escludendo possibili faccendieri pronti a rilevarla, il Tribunale potrebbe concedere un'ulteriore proroga fino a metà ottobre per scongiurare il fallimento del marchio delle acque. Se la proprietà sarà pronta a proseguire un piano industriale e sociale serio e affidabile per i 136 lavoratori si aprirà uno scenario più roseo. Altri partner finanziari potrebbero essere disposti a sostenere l'esborso ma tutti da verificare. In questi giorni è una corsa contro il tempo per evitare la chiusura della storica Sangemini. La manifestazione d'interesse di Norda per l'acquisizione del sito poi ritirata ha fatto precipitare la già critica situazione finanziaria e alimentare nuove illusioni senza segnali concreti potrebbe generare solamente confusione per la società. La storia va salvaguardata e tutelata, e i lavoratori rispettati.

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