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domenica 16 febbraio 2014


Istituzioni inefficienti e sprechi nella Pa, una politica troppa costosa e "usata" sempre di più come uno strumento personale piuttosto che per servizio alla collettività. Immobilismo e arretratezza uno specchio riflesso della nazione in tutte le città italiane. Le crisi: la Meraklon, Basell, Sangemini fino alla Sgl Carbon e all' Aidas dimostrano che le lezioni non sono servite a nulla. L'Italia è ferma da un quarto di secolo e i risultati sono le conseguenze. Un paese stanco che vive sull'aumento della disuguaglianza crescente e sul persistente divario tra i cittadini. Un'economia "nella palude" e che Matteo Renzi vorrebbe riformare? L'Italia dispone di asset formidabili che devono essere messi a valore tramite le quattro grandi direttrici del merito, della legalità, della cultura del risultato e dell'etica responsabile. Politiche radicali di cambiamento che disegnino un nuovo percorso ancora sul made in Italy, rilanciare pubblico e privato operando una drastica riduzione della spesa. Un paese che deve innovarsi, poco attrattivo e poco disposto ad investire sul capitale umano e sui giovani per un progetto nazionale in grado di stabilire un percorso comune per i prossimi anni. La forza di reagire superando le barriere ideologiche in un incontro tra le imprese e le istituzioni. La Commissione europea già scesa in campo annunciando un Industrial Compact metterà a disposizione degli stati fondi per sostenere politiche di sviluppo e per riportare la competitività nell'economia italiana ed europea. Le politiche dell'offerta e dell'abbattimento del cuneo fiscale, il decentramento della contrattazione, la riduzione del costo dell'energia con interventi indirizzati a settori o a gruppi di imprese. Interventi mirati di politica industriale e spazio alle capacità di politica economica. Area di crisi complessa o incentivare la piccola e grande impresa attraverso politiche di abbattimento dei costi? E' il dilemma attuale che attanaglia la nostra politica cittadina. Terni dovrebbe dare l'immagine di un territorio in grado di attrarre capitali ed investitori e non di "area depressa" professa Confindustria. Terni diversamente da tutta la Provincia produce i 3/4 dell'esportazione umbra e le difficoltà del tessuto produttivo, che investe inevitabilmente tutti gli enti, possono essere superate solamente con l'innovazione. L'agenda Europea partendo da progetti del territorio che utilizzino le risorse plurifondo, potrebbe permettere quella spinta propulsiva necessaria. In tutti i paesi avanzati le forze della globalizzazione e del progresso tecnico, conducono verso un generalizzato declino del comparto manifatturiero in un aspetto dinamico per stimolare la crescita e la domanda anche di altri settori che producono servizi e innovazione. L'innovazione è prodotta dal capitale umano nei territori oltre che dal settore manifatturiero. Apertura ad alternative di mercato. Se una multinazionale sposta la sede in un altro paese iniziano le giuste proteste ma alla "fuga di cervelli" e talenti nessuno si oppone. Le nostre risorse non possono essere formate e poi lasciate uscire dal nostro paese. Creare e attirare capitale umano con i finanziamenti alla ricerca e con le politiche di immigrazione, l'istruzione migliora la qualità della vita. E' questa la migliore strategia di politica industriale per un paese avanzato. A Terni cinque anni fa con l'uscita di Basell si poteva applicare comodamente lo stato di crisi con la chimica, ora per l'acciaieria superato il problema della proprietà possiamo parlare solamente di piano industriale e competitività. Proprio per questo, prima occorre individuare un percorso e poi ragionare sullo strumento più adatto per venire incontro alle aziende e ai lavoratori per costruire un nuovo futuro industriale. Un'analisi del territorio che individui i punti di forza e le debolezze per poi proseguire la nostra storia industriale e puntare sulle nuove risorse e sul terziario. In questa settimana si sono susseguiti gli incontri tra le istituzioni, i sindacati e le associazioni per approfondire il tema dell'area di crisi complessa fino all' ultimo incontro del 13 febbraio con le audizioni in II°commissione regionale. Ora spetterà alla Regione presentare al Mise l'eventuale proposta per la richiesta di riconoscimento dell'area di crisi complessa. Un nuovo governo in arrivo, il nuovo corso del Pd, le consultazioni  amministrative del 2014 e il bisogno di un ricambio generazionale. Una "ventata di entusiasmo"! La crisi induce a nuove scelte e impone atti coraggiosi da parte di tutti, i tempi sono cambiati. Un sistema relazionale destinato a finire? L'ascesa dei tre presidenti del consiglio non votati dagli italiani ci invita  a riflettere che in Italia nulla è cambiato e forse non cambierà. L'Europa ci rispetterà quando avremo un Governo che saprà farsi rispettare. Siamo un paese di grande risorse ed è arrivata l'ora della svolta.. ora o mai più.








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