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mercoledì 23 luglio 2014


Dagli indicatori del Sole24Ore

Con l'avvento della crisi le lancette dell'orologio si sono fermate sia per l'economia che per tutta la società italiana. Redditi e consumi in calo e un ritorno ai primi anni del secolo. L'occupazione giovanile, a dispetto dei progressi tecnologici ha conosciuto una spettacolare disfatta e sembra che il passato si stia mangiando presente e futuro. La crisi del 2011 sembrava superata, ma purtroppo non è cosi'. E' la peggiore crisi politica e morale conosciuta in età repubblicana. Il policentrismo è riemerso accentuando le diversità e le distanze socioeconomiche tra i localismi urbani. Nel microcosmo italiano tra ritardi ed eccellenze è sempre difficile fare un ragionamento generale, ma in questo caso gli indicatori economici parlano chiaro del periodo nero in cui viviamo. La dinamica negativa di occupazione e consumi riguarda in maniera più marcata l'Italia ricca di classe media (dalle regioni "pseudo padane" fino al centro della piccola imprenditoria). Si sono spente migliaia di piccole imprese e l'incidenza dei giovani imprenditori è in forte diminuzione. Sul piano sociale è il pezzo d'Italia industriale che ha conosciuto le ferite più grandi e profonde del suo ceto medio con la drastica diminuzione dei consumi. Tra i dieci indicatori considerati per le valutazioni dei centri urbani le spie che segnalano le difficoltà sono i redditi, i prestiti, gli acquisti di immobili e i beni durevoli. Terni si inserisce tra le performance peggiori in Italia ma i dati del Sole24ore che Di Girolamo prendeva sempre come esempio? Dopo le continue citazioni, anche in campagna elettorale, che davano Terni in ascesa fra le varie graduatorie nazionali ora non contano più? Una città come Terni lontana dalla ripresa che ora vive il "thrilling" del ridimensionamento alla Tk-Ast, è la 7° tra le province in cui la crisi ha colpito di più tra il 2007/2013 con Viterbo capofila mentre Perugia ottiene il 58°posto. A Terni il rapporto laureati/giovani ci pone al 5° posto come trend negativo. Orgoglio, attributi e senso di appartenenza a fronte della preoccupante partita dell'acciaieria, è la forza della speranza. L'indice di resistenza alla crisi investe da nord a sud, diminuisce il consumo degli alimentari ma aumenta la tecnologia nelle case. Nel 2007 solo 200.000 erano iscritti a facebook mentre ora si contano circa 26 milioni di utenti. E ancora la perdita dei posti di lavoro si è estesa ad aree che in passato erano intoccabili. E la crisi del "mattone" è il segno dell'impoverimento, calano i prezzi e gli acquisti con migliaia di case invendute. Dai marginali rovesci congiunturali, il passaggio al collasso è stato breve. Il sud  ha visto crescere la verticale crescita dell'immigrazione straniera, il centro neutro per sua natura è stato invaso dalla criminalità organizzata proveniente dal sud e dall'estero e l'inevitabile mix emarginazione-disagio è alle stelle. La depressione sociale e la recessione in tutti i settori dei consumi hanno inciso anche sul cambio di mentalità. Un paese fermo e statico nella timida speranza delle riforme. La depressione sociale è sfociata in un "distrust" crescente verso le istituzioni, incapaci di politiche pubbliche di crescita e di equità. Ci vorrà uno sforzo collettivo per ricostruire ed evitare che presente e futuro scivolino sul piano inclinato del passato e per non cadere definitivamente nella trappola europea.




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