No alla chiusura dello stabilimento Ast di Terni, raddoppio degli investimenti da 100 a 200 milioni di euro, mantenimento di entrambi i forni attivi con una produzione di 1 milione di tonnellate.
E’ questa in sintesi la proposta presentata dall’amministratore delegato Lucia Morselli al tavolo del Mise. Tavolo che ha riaperto la trattativa dopo la rottura di inizio ottobre. Nel piano presentato dall’Ad Morselli sostanzialmente si accolgono le richieste avanzate dal Governo la scorsa settimana per bocca del ministro Guidi.
Per quanto riguarda l’impatto sull’occupazione, nel nuovo piano industriale gli esuberi passano da 537 a 140. Di fatto si accoglie il lodo Guidi che prevedeva massimo 290 esuberi, considerando che circa 150 operai hanno già usufruito della buona uscita offerta dall’azienda, restano sul tavolo 140 esuberi.
Per 50 di questi operai l’azienda agevolerà l’uscita volontaria offrendo un bonus di 80mila euro (come per gli altri che hanno già accetatto), per i 90 che restano saranno attivati tutti gli strumenti a disposizione (ammortizzatori sociali e quant’altro9 per ridurre al minimo l’impatto).
I sindacati si sono presi qualche giorno di tempo per analizzare la proposta. Il nodo intorno al quale sono sorte perplessità riguarda la produzione.
Secondo le organizzazioni sindacali un milione di tonnellate di prodotto sarebbe insufficiente a garantire il mantenimento di entrambi i forni attivi.
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