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martedì 30 gennaio 2018


Ieri sera dopo l'ennesimo pareggio stagionale conquistato con la Salernitana e per giunta con le unghie e con i denti, il Presidente Ranucci ha dato il benservito a mister Pochesci.

Il Presidente dopo aver ricevuto una telefonata, durante l'esilarante intervista di Pochesci a Sky, del Patron Bandecchi, da dipendente qualificato ha notificato l'esonero al proprio impiegato.
Ranucci durante l'intervista, ha dichiarato di essere rimasto sorpreso anche lui della decisione e che il nuovo allenatore sarebbe stato comunicato oggi in giornata.

E qui credo che questo poco ci sorprenda, il "povero" Pochesci costruito dalla stessa azienda Unicusano come personaggio mediatico è stato catalputato in un mondo che non gli competeva, ridimensionato quando non serviva più e abbandonato quando la barca stava per affondare. 

Mister Pochesci ha fatto i suoi errori ed era ben consapevole dei suoi limiti, sicuramente non è il grande "Vate" del calcio come tutti ci auguravamo ma nemmeno il peggiore, visto gli uomini che la società gli aveva messo a disposizione. 
Il vero cuore pulsante dei rossoverdi è il preparatore atletico Matteo Basile, una squadra atleticamente perfetta che fa dell'agonismo e della preparazione la sua base fondante fino al minuto novantesimo. 
Gli schemi cervellotici e poi ritrovarsi a giocare il primo tempo di ieri credo che servano a ben poco. 
Comunque gli errori stanno a monte e la fiducia condizionata poteva essere "staccata" dopo la gara di Avellino per permettere al futuro trainer, il buon Mariani, di ridisegnare le fila con gli innesti che meglio credeva durante la pausa di campionato e nella fase del calciomercato. 
Se viaggiamo in austerity con le risorse interne si poteva escludere Pochesci in quella circostanza. 
Tornando alla conferenza stampa su Sky, che sicuramente avrà inciso sulla decisione a caldo del Patron, mi è sembrata abbastanza greve e con poco stile, rivolgersi davanti ai microfoni in quel modo non è degno di una società professionistica. E anche questo purtroppo la società già ne era a conoscenza, di quale "pasta" era fatto il mister laziale.
Oggi il Patron alla redazione di Radio Cusano Campus e Tag 24 ha rilasciato un'intervista a tutto campo. Riportiamo alcuni stralci per comprendere meglio il suo stato d'animo.

"Il fatto che il mister ieri abbia avuto dei modi non gradevoli e non opportuni nei confronti dell'arbitro e anche dei giornalisti, di certo non ha migliorato la situazione. E' una situazione che non va e lo dimostra la classifica, che alla fine è l'unica cosa che conta nel calcio
Noi come società abbiamo un impegno con la cittadinanza, con la tifoseria, che è quello di fare del nostro meglio per arrivare al massimo dei risultati. Come sempre detto, c'è un progetto, un progetto ambizioso che alla fine vuole arrivare dove è giusto che si arrivi nel calcio. Ad oggi la nostra condizione è una jettatura, stiamo combattendo per non andare in Serie C, dopo 23 partite questo è il risultato a cui siamo arrivati. Ritengo che il manico è l'elemento fondamentale di ogni cosa e in questo caso il manico si chiama Sandro Pochesci. Pochesci ha avuto la possibilità di realizzare la squadra, di chiedere calciatori, ha avuto la possibilità di allenare come e quando voleva. Ma ad oggi i risultati ci fanno essere terzultimi. La partita di ieri è stata oscena per tutto il primo tempo, poi nel secondo tempo c'è stata una reazione dovuta alla qualità dei calciatori che abbiamo in rosa, ma si è trattato di prestazioni individuali. Quindi doveva essere fatta una scelta che, mi permetterei di dire, forse avrei dovuto fare 6-7 partite fa". "La nostra è una squadra-azienda, come tutte le aziende si tenta di avere un confronto. Dopo Avellino, vidi l'umore dei calciatori, parlai con Luca Evangelisti, con il Presidente Stefano Ranucci e con Pochesci. Arrivai alla conclusione che si poteva e si doveva fare un altro tentativo, anche se già a quel tempo alcune situazioni non mi erano piaciute. Ci sono stati molti episodi che non hanno niente a che vedere con il campo sportivo, con l'erba verde e con la realtà calcistica. E sono queste le cose che hanno sciupato il progetto piano piano"."Il mio rapporto con Pochesci è sicuramente rimasto integro, perchè io so scindere l'uomo dal personaggio. In questo momento il rapporto tra noi è conflittuale, dato che Pochesci pensa che evidentemente io gli ho fatto un torto. Sta di fatto che se Pochesci uscisse per tre secondi dal brutto personaggio che si è disegnato addosso, perchè l'uomo è sicuramente migliore, capirebbe che ho avuto molta pazienza. Poi non so se lui volesse "festeggiare" con noi la Serie C".

"Il prossimo allenatore si chiama Mariani. Sta già in casa nostra e da oggi prenderà servizio come primo allenatore della nostra prima squadra. Tutte le chiacchiere che ho sentito su queste mie scelte non mi sono piaciute e le ritengo superficiali . Sono state troppe le parole che sono state spese prima che questo potesse avvenire. Mariani forse ci farà divertire meno sul campo, ma io spero che nelle prossime 19 partite ci faccia vincere più delle 3 partite che abbiamo vinto fino ad oggi. Nel calcio bisogna vincere. Oggi noi abbiamo l'obbligo di non considerare nessuno imbattibile, abbiamo l'obbligo di ragionare partita per partita. Io ieri ho sentito un ragionamento che da solo bastava a finire un rapporto, su Sky è stato detto che abbiamo giocato contro una squadra di livello superiore. Se una squadra che sta al 14esimo posto è considerata superiore non so di cosa stiamo parlando. La vita è un fattore di mentalità, io non vedo nemmeno Harvard superiore. Io sono partito 11 anni fa con una università che non esisteva in 45 metri quadri e oggi gestisco una delle università più interessanti, forse più importanti, sicuramente maggiormente prestazionali d'Italia. Nella vita ci vuole soprattutto un credo e poi bisogna combattere per un certo obiettivo. Se poi la nostra mentalità è che lottiamo per salvarci, come tutti hanno detto fin dall'inizio, ecco che ora lottiamo per salvarci. Ce la siamo tirata, tutti ce l'hanno tirata e ora evidentemente continuiamo a fare così. Io dico che abbiamo una squadra piena di calciatori importantissimi, non mi metto a citare i nomi. Potrei elencarli tutti. Io continuo a pensare che abbiamo una squadra piena di calciatori fortissimi. Ora spetta all'allenatore far venire fuori questi valori. 
Io spero che Mariani sia un allenatore meno personaggio e più padre di famiglia e riesca a creare un'armonia positiva con i suoi ragazzi. Armonia positiva che poi si deve tradurre in campo con un carattere vincente, una squadra che non deve aver paura di nessuno e deve andare a ricercare la sua posizione in queste 19 partite che ci separano dal paradiso o dall'inferno".
"Oltre ai tifosi ora il vero orfano di Pochesci si chiama Stefano Bandecchi. Io sono addolorato della scelta che ho dovuto prendere. Per me è stata una scelta difficilissima. Fare il bravo padre di famiglia non vuol dire dar sempre ragione a tutti. In certi momenti bisogna prendere anche decisioni difficili. Io ho un enorme stima nei confronti di Pochesci, ho verso di lui un'amicizia storica e particolare e sono il primo a vedere in questa situazione un enorme fallimento. E provo per questo un dolore sincero a livello umano. Ma a livello imprenditoriale, come patron dell'UniCusano Ternana, rivendico questa come l'unica scelta giusta e un uomo deve saper fare anche scelte difficili sennò non è un uomo. In bocca al lupo a Mariani, spero ci faccia vedere qualcosa di eccezionale e spero ci faccia sognare".


La società Unicusano, dopo l'approdo a Terni ha fatto tante promesse ma la prima che dovrà mantenere, per dare seguito alle altre, sarà la permanenza della Ternana in serie B.
Senza quella ogni discorso diventerà vano e inutile. Rimbocchiamoci le maniche e in queste diciannove partite è d'obbligo almeno raggranellare ventisei punti, se bastano, per confermarci in cadetteria.




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