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sabato 3 febbraio 2018


La conferenza dei capigruppo, il 2 febbraio ha stabilito che nel consiglio comunale del 15 febbraio, venga discusso al punto 1, il dissesto finanziario dell'Ente e al punto 2, le comunicazioni del sindaco. Se non dovesse essere sufficiente la seduta convocata per il 15 febbraio, il consiglio comunale è convocato anche per i giorni 16 e 17 febbraio.


La delibera della Giunta sul dissesto è composta da due parti: la prima è di natura politico-amministrativa, la comunicazione della Prefettura di Terni sul respingimento da parte delle sezioni riunite della Corte dei Conti; la seconda è composta dalla relazione dei revisori dei Conti dalla quale emerge che le criticità finanziarie del Comune di Terni sono iniziate alla fine degli anni 80' e si sono consolidate negli ultimi 30 anni, peggiorando negli ultimi anni.
Con la dichiarazione del dissesto finanziario, che dovrà essere votata dal Consiglio, arriveranno a Terni tre commissari straordinari, dotati di ampia autonomia e che possono restare nell'Ente fino a 5 anni per il riequilibrio dei conti del Comune di Terni.
In questi giorni febbrili si parla di ripensamenti del sindaco sulle dimissioni, forte di una maggioranza che vorrebbe il rimpasto o d'imminente fine della Legislatura con le dimissioni irrevocabili e definitive.
Il passo è breve, l'arrivo di un commissario potrebbe compromettere la gestione dei fondi dell'area di crisi complessa e il fondo nazionale cofinanziato dalla Regione per la manutenzione delle strade regionali e provinciali mentre il voto a fine maggio o per il 10 giugno probabilmente lascerebbe in mano a nuovi amministratori il "cospicuo bottino". Che fare?
Il gruppo di Brega sembra che spinga per far desistere il sindaco sulla propria decisione mentre il vice Presidente regionale Paparelli è convinto che l'unica decisione percorribile sia andare al voto. L'ago della bilancia lo potrebbero fare i consiglieri di Pardini, ma il puzzle è comunque tutto da ricomporre e il futuro scenario da definire potrebbe avere l'assenso anche di altri interlocutori.
Le varie anime dell'opposizione sono tutte veramente convinte che il voto anticipato sia utile?
Senza mettere il dito nella "piaga", il problema è proprio a monte e parte -dagli inevitabili tecnicismi politici, dalle ambizioni personali, dagli interessi clientelari e dagli accordi bipartisan altro che da fake news di Fb. Gli improbabili piddini che vorrebbero convincere il sindaco a cambiare idea sono il classico artifizio creato ad hoc per distogliere l'attenzione sulle vere necessità della città. 
Staccare la spina o ricreare una maggioranza solida per andare avanti? In questo momento il Pd ternano difficilmente potrà essere artefice del proprio destino.
Di Girolamo, ragionevolmente, non credo che abbia tutto questo desiderio recondito di rinsaldare le fila, dopo un estenuante mandato irto di ostacoli, di problemi con la giustizia e di cocenti delusioni a tutti i livelli. Ai più sensati procrastinare un mandato ormai concluso potrebbe sembrare puro masochismo ed alimentare le ire della collettività.
Il 15 febbraio sarà comunque decisivo, non facciamo nessuna previsione ma possiamo solamente condividere un pensiero, che attanaglia tutti i cittadini.
Ma chi te lo fa fare di continuare questo "strazio"? E credo che il Dott. Di Girolamo non sia più disponibile a fare figuracce anche per conto di altri, c'è sempre un limite alla propria dignità personale. Se ancora vogliamo parlare di amor proprio.
Vedremo.



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