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domenica 30 aprile 2023

Marco Sciarrini  è candidato con alleanza degli innovatori- Cianfoni sindaco alle prossime elezioni amministrative di maggio, ha 54 anni e due figli, dottore di ricerca in "Storia d'Europa" attualmente si occupa delle aziende di famiglia. Presidente dell’Associazione Cittadini Liberi e promotore dell’Alleanza degli Innovatori.


-In breve proposte per il rilancio del settore terziario nella città di Terni?


Il rilancio passa anche attraverso la capacità di attrarre nuovi investimenti e progetti in particolare dall’area romana potenziando i fattori competitività territoriale. Il Comune ha strumenti fondamentali di programmazione e investimento per potenziare sia le reti di collegamento che gli aspetti competitivi del territorio: servizi alle imprese, infrastrutture, formazione.

-Mobilità alternativa, piste ciclabili e varchi elettronici. Come bisognerebbe intervenire per diminuire l'utilizzo delle auto?

Occorre radicalmente ripensare l’assetto urbano della città che oggi continua a vivere dei progetti sbagliati e fallimentari pensati trent’anni fa. La nostra idea, in linea con lo sviluppo delle moderne città medie, è quello del decentramento funzionale, ovvero ridare vita e funzioni ai quartieri e alle c.d. periferie, non spostando i cittadini ma avvicinando tutti i servizi. Questo comporta una nuovo piano della mobilità in particolare sostenibile che dovrebbe coprire i nuovi distretti decentrati, collegando velocemente le abitazioni con i centri servizi (uffici pubblici, sanitari, commerciali…). Mezzi di piccole dimensioni che passano a brevi intervalli e al termine del percorso interno delle stazioni di scambio per collegare le zone della città. Nella logica dei Distretti Funzionali le piste ciclabili, invece che puntare tutte sul centro, avranno funzioni di collegamento interne più brevi.


-Come rivitalizzare il centro cittadino?


Per dare nuova vita anche al centro cittadino occorre ripensarlo in funzione della nuova visione di città che abbiamo proposto. Per questo occorre dire basta ai fondi sperperati prima dalle Giunte di centro sinistra e poi dal centro destra sul Campus di Pentima, in una collocazione sbagliata. Basta, inoltre, con i corsi fotocopia dell’Università di Perugia, ora serve un vero decentramento. Per questo serve un campus universitario accogliente per gli studenti che vengono da tutta Italia e deve essere ospitato in centro città. Ristrutturiamo i tanti edifici e spazi del centro storico, da tanti anni vuoti. Oltre all’università il centro della città è il luogo naturale per accogliere l’Istituto Tecnico Superiore (ITS) e le attività del  nuovo “artigianato digitale” nei settori soft delle nuove tecnologie e delle industrie culturali e creative. In questo modo si rilancia anche il settore del commercio, con la presenza di migliaia di giovani, e delle tante attività di servizio che si possono attivare. Il fenomeno della movida, che da anni è al centro del dibattito, può così assumere una nuova veste,  arricchendo l’offerta dei gestori dei locali con iniziative culturali, artistiche e di intrattenimento (festival, spettacoli dal vivo, esposizioni, ecc.) e garantendo più elevati livelli di sicurezza.


-Una ricetta per lo sviluppo di Terni?


Non esiste una ricetta unica per lo sviluppo della città e d’altronde le amministrazioni precedenti, tra luci ed ombre, non hanno fatto altro che accompagnare il lento declino civile della nostra città (declino economico, demografico, sociale, culturale). Occorre un mix di interventi di che abbiano come punto di partenza il potenziale geopolitico inespresso della nostra città e del territorio. Solo con la città Grande, nella rete delle città medie dell’Italia centrale, nella capacità di sviluppare relazioni e virtuose competizioni con i territori limitrofi e nel potenziamento delle infrastrutture di collegamento (materiali e immateriali) è possibile rilanciare Terni. Il futuro passa attraverso la sfida della nuova manifattura e un rapporto virtuoso con la nuova proprietà AST sui temi di interesse comune (energia, logistica e trasporti, riduzione dell’impatto ambientale, viabilità e assetto urbano),  i fondi per la transizione ecologica (bonifiche ambientali, efficientamento energetico e produttivo, idrogeno…), ma anche le nuove prospettive dell’artigianato di qualità, del turismo, dei servizi sanitari. 

 


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