No all'autocandidatura.
Platea gremita alla sala rossa di palazzo Gazzoli dove il decano dei consiglieri comunali Dario Guardalben (da cinque consigliature in carica) ha parlato a ruota libera sul significato di buona città. Incalzato dalla moderatrice dell'incontro Barbara Cinaglia sul significato dell'iniziativa odierna, il professore non ha esitato a dichiarare semplicemente che mettersi in gioco con la propria faccia è il vero sintomo del coraggio di un uomo. Una testimonianza e un modello di saper credere nelle proprie possibilità. La nostra città emblema della vocazione industriale deve sapersi confrontare con la valorizzare di una rivoluzione culturale, uscire dalle secche della politica coinvolgendo tutti i partiti. Un nuovo 1992 e le analogie con il passato ventennio ci sono tutte, la necessità di cambiare con facce nuove ed energie fresche salvaguardando l'esperienza di chi ha già amministrato. E appunto la parentesi di Ciaurro, unica nel suo genere ma breve nei suoi tempi è stata l'esempio dell'inesperienza. Il ruolo dell'antipolitica che si respirava in quei giorni dove l'alleanza per Terni credeva che solo i nuovi politici potevano cambiare gli schemi del palazzo. Una ricetta, un mix senza confini e un messaggio chiaro che è quello di non nascondersi. E la buona città? La frustrazione di girare per la città e venire a contatto con tutti i cittadini, percepire l'humus di chi a fatica crede e progetta la rinascita per Terni. Fuori dai luoghi politici, il recupero delle energie pure e vive per trarne la linfa vitale. La buona città è tra di noi e la politica deve saper dare risposte concrete e immediate. Amministrare una città significa saper creare delle possibilità e non distribuire solamente risorse senza costruire un rapporto costante e continuo con la realtà locale. Economia e politica in un'impostazione liberale con meno spesa pubblica e più deregulation. Le ricette non sono a senso unico. La vitalità della città creata con le notti bianche deve rispettare la libertà dei residenti in quanto l'amministrazione non dovrà mai sostituirsi ad un ente di intrattenimento. L'ente locale non può essere cosi' miope di credere che la cultura si faccia da soli. Bisogna saper equilibrare le esigenze di ognuno e non gestire il pensiero degli altri. Lo sviluppo e le ricadute economiche possono conseguirsi solamente con il contributo di tutta la società civile, una città libera e national popolare, appunto una buona città.
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