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domenica 2 febbraio 2014


Il colosso dell'energia ha messo in vendita gli impianti del nucleo idroelettrico di Terni. Le voci si rincorrevano da molto tempo e troverebbero conferma nel "Dossier Chicago", piano realizzato dall'advisor Goldman Sachs per conto della multinazionale tedesca dell'energia. Le prime manifestazioni d'interesse sono previste a febbraio, le offerte vincolanti in primavera e le cessioni entro la prossima estate. Il mandato a vendere prevede anche l'eventualità di "dividere" le varie attività presenti in Italia e tra queste la centrale sarda di Fiumesanto e il nucleo di Terni che si estende anche tra le province di Perugia, Rieti e Macerata (16 centrali idroelettriche, 3 serbatoi e una centrale di pompaggio). Nel nucleo lavorano 70 persone tra la sede direzionale di Villa Valle e quelle operative territoriali di Galleto, Baschi, Narni, Cotilia e Preci dislocate presso gli impianti di produzione e vicine alle opere idrauliche, come le sette dighe e i relativi bacini idrici. Un'operazione complessiva da circa 3 miliardi di € di cui 1miliardo e 200milioni sarebbe il valore del nucleo ternano. La notizia è stata confermata anche dal Quotidiano Energia che ha pubblicato il piano dettagliato sugli asset in vendita e addirittura l'identificazione dei possibili compratori. E.On cerca di aprire sui mercati più promettenti che  fanno fuori la nostra nazione per costi, innovazione e competitività. Solo pochi anni fa l'azienda fece una scommessa sul futuro del nostro paese, con l'acquisizione dell'80% di Endesa Italia, che Enel doveva cedere per ragioni antitrust in seguito alla scalata della società spagnola. E.On è presente in Italia in una serie di progetti infrastrutturali per l'importazione del gas dove l'andamento della domanda nel futuro sarà prevedibilmente in forte discesa. Gli impianti convenzionali sono sotto la pressione di una produzione rinnovabile sostenuta da incentivi e fatale per chi deve fare conto sull'interazione tra domanda e offerta. Il settore dell'energia subisce una pressione fiscale esasperante alla stregua di qualsiasi altra area, i margini di utile si assottigliano con una fetta cospicua che prende il Governo e le forti minusvalenze giustificano il passo indietro di E.On. Edison, Egp e nonostante le smentite anche TerniEnergia (asset eolico e solare) sono i principali interessati al nucleo di Terni ma anche fondi assicurativi infrastrutturali e una cordata di siderurgici con industrie nazionali di settore ed advisor finanziari. I sindacati già sul piede di guerra per una situazione che verrà monitorata in tutti i suoi passi fino all'estate e oltre. Un territorio e una nazione in disarmo e in completa svendita. Competitività per servizi e beni concorrenziali, una riforma per tornare ai livelli d'eccellenza solo cosi' saremo appetibili e potremo dire la nostra in Europa e nel mondo.





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